Tomica e le vie segrete della Sibilla: stasera al Frontone il documentario di Andrea Frenguelli sui Monti Sibillini

Tomica e le vie segrete della Sibilla: stasera al Frontone il documentario di Andrea Frenguelli sui Monti Sibillini
PERUGIA - Questa sera all’Arena cinematografica dei Giardini del Frontone saranno protagoniste le montagne più affascinanti dell’arco appenninico, quei Monti...

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PERUGIA - Questa sera all’Arena cinematografica dei Giardini del Frontone saranno protagoniste le montagne più affascinanti dell’arco appenninico, quei Monti Sibillini che hanno ispirato generazioni di scalatori e che sono impassibili testimoni di un costante cambiamento. L’occasione è la proiezione in anteprima nazionale di “Tomica e le vie segrete della Sibilla”, film del perugino Andrea Frenguelli dedicato ai protagonisti storici dell’arrampicata sportiva sui monti tra Umbria e Marche (inizio alle 21.30). Una serata-evento alla quale parteciperanno alcuni nomi iconici dell’alpinismo umbro, come il trio Carlo Baccarelli, Antonio Gialletti e Michele Belia, chiodatori della via Tomica, il protagonista del documentario Gabriele Antonielli, l’apritrice di vie invernali sui Sibillini negli anni ‘70 e ‘80 Paola Gigliotti, l’accademico del CAI e Istruttore Nazionale di Arrampicata Libera Samuele Mazzolini. Da sottolineare che “Tomica e le vie segrete della Sibilla” è una produzione PostMedia (casa di produzione del cinema PostModernissimo), che ne seguirà anche la distribuzione nelle sale.

«L’idea di questo film è venuta dal giovane alpinista Gabriele “Gabo” Antonielli quando abbiamo ripercorso insieme la via Tomica - racconta il regista Andrea Frenguelli - era il quinto tentativo. Al di là della via, che sicuramente è interessante per molti motivi, è il contesto dei Sibillini ad apparire davvero unico. Personalmente avevo già progetti di film sui Sibillini, alcuni iniziati e mai finiti, quindi da parte mia l’esigenza c’era e ho approfittato di questa occasione per realizzare un documentario che mostrasse queste montagne attraverso i racconti dei suoi alpinisti». Del resto l’alpinismo è una forma di turismo decisamente più lenta e rispettosa di altre, che rende possibile a chi lo vuole una comprensione profonda e avventurosa del territorio. Un territorio in costante cambiamento, come tragicamente ci ricordano i terremoti: «Il sisma ha modificato moltissimo il contesto - sottolinea Frenguelli - e quello che può sembrare un disastro in realtà è più che altro un’accelerazione della natura. Le montagne pian piano crollano, quindi è un cambiamento e non una fine. Personalmente sono stato disgustato dall’assalto ai Sibillini dopo i recenti terremoti da parte di fotografi, video-maker e altri, perché quella per me è pornografia. Ho preferito invece aspettare, perché i Sibillini hanno bisogno oggi di essere raccontati, non in quel tragico momento».

Nel documentario trovano spazio tutti i Monti Sibillini, dal Bove al Vettore, ma oltre ai luoghi, mostrati anche con spettacolari immagini realizzate grazie ai droni, ci sono soprattutto personaggi e racconti, con la costante mistica presenza della Sibilla sullo sfondo. La realizzazione del film ha coinvolto anche la Scuola intersezionale umbra di Alpinismo "Giulio Vagniluca", il CAI Perugia e la Sezione CAI di Ascoli, il Gruppo Speleologico CAI Perugia e RRTREK - Il Rifugio Roma: «Spero che la visione di questo film porti qualcuno a sentire la voglia di andare su quei sentieri - ammette il regista - e le immagini di contesto che abbiamo girato le regaleremo al Parco Nazionale Monti Sibillini per iniziative promozionali. Ammetto che ci hanno aiutato non poco concedendoci il permesso di girare ovunque. Fare un film lì non è semplice, perché c’è tanta burocrazia e bisogna stare attenti a molte cose, come ad esempio rispettare il periodo di nidificazione del Gracchio Corallino. Senza sottovalutare che in montagna il tempo cambia di continuo, quindi è molto difficile girare».

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Il Messaggero