Santa Maria, "Centro salute donna": reparto ridotto all’osso ed è fuga verso il privato

Santa Maria, "Centro salute donna": reparto ridotto all’osso ed è fuga verso il privato
TERNI Pochi medici, pochi radiologi, difficoltà nella comunicazione. E poi nessun posto letto per il post operatorio per le donne operate di cancro al seno. Il Centro...

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TERNI Pochi medici, pochi radiologi, difficoltà nella comunicazione. E poi nessun posto letto per il post operatorio per le donne operate di cancro al seno. Il Centro salute donna – è un reparto dell’ ospedale Santa Maria di Terni, al primo piano seminterrato, sotto il blocco oncologia – sta facendo discutere, tiene banco, in particolare tra le donne con patologia. Molte sono, infatti, le donne che fanno fatica a prendere appuntamento per una prima visita – a Terni sono purtroppo molte le donne con questa patologie – a fare gli esami di routine, e quindi molte sono costrette a cercare il privato. Problemi molti, ma va detto che il “Centro salute donna” – il primario è il dottor Alessandro Sanguinetti - è il cuore della Breast Unit di Terni e fa parte del percorso dedicato alla donna con cancro al seno. Ma come stanno realmente le cose? «I radiologi in verità sono tre, e tutte donne – spiega Paola Pignocchi, una volontaria del reparto – tutto sommato sono anche sufficienti, ma basta che se ne ammali una e il reparto va in tilt. I senologi sono invece due ma va detto che al reparto ci sono tante altre competenze specialistiche. Per quanto riguarda la difficoltà nel contattare il reparto, è possibile in quanto prima c’era un numero in esclusiva del reparto, ora non più». Ma è vero che una volta effettuato l’intervento chirurgico non c’è la possibilità di avere il posto letto nel reparto? «Vero, le donne appena operate sono costrette a far il decorso post operatorio in reparti di chirurgia. Spesso addirittura in condivisione con gli uomini e questo va a creare grandi problemi a livello psicologico. Ci vorrebbero almeno quattro o sei posti letto per pazienti sottoposto ad interventi chirurgici». Paola Pignocchi, 57 anni vive l’esperienza sulla sua pelle. Paziente oncologica, è coordinatrice della “Terni per Terni donna”. Lei conosce bene i numeri della conca ternana.


«Le pazienti seguite dall’ospedale di Terni sono tante e purtroppo si è abbassata anche la fascia di età. Attualmente abbiamo anche ragazze di appena trent’anni – conclude Paola – dobbiamo sensibilizzare i nostri figli, ed attivarci in una prevenzione primaria che sta per stile di vita». Ma dall’azienda cosa rispondono? Il primario, il dottor Sanguinetti ha una propria visione. «Debbo subito premettere che le prestazioni strumentali e mi riferisco a mammografie ed ecografie, con liste di attesa lunghe, non sono dovute al poco personale ma al fatto che la domanda è molto elevata – argomenta il dottor Sanguinetti – per quanto riguarda invece le visite, vengono espletate entro i termini previsti e richiesti dalla prescrizione medica. In riferimento invece agli interventi chirurgici tutti i casi vengono discussi dal gruppo multidisciplinare e trattati entro 30 giorni dalla comunicazione».

Il dottor Sanguinetti chiarisce anche a proposito della mancanza di posti letti nel post operatorio. «Come è accaduto ovunque, la pandemia ha creato dei problemi e i posti letto si sono ridotti, quasi annullati. Oggi voglio dire che l’ospedale di Terni ha creato un reparto-area degenza chirurgica, al secondo piano dell’ospedale, e anche noi abbiamo dei letti riservati. Con questa soluzione le nostre donne stanno tra di loro, nella stessa stanza». Il dottor Sanguinetti ha parole di grande elogio anche per il progetto “Terni per Terni donna”. «Malgrado la pandemia, i volontari della Fondazione Aiutiamoli a vivere hanno continuato il loro importantissimo lavoro e in questi giorni hanno riaperto la loro stanza. Loro sono fondamentali, sono a mio avviso la rappresentazione visibile dell’umanizzazione del problema. A loro va tutta la nostra gratitudine». 

 

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Il Messaggero