Le cento vertenze del metalmeccanico, a Roma anche quella di Ast

TERNI Fim Fiom e Uilm archiviano la pausa imposta dalla tragica epidemia di Covid e riprendono il filo del discorso interrotto con Federmeccanica prima e con il Governo e...

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TERNI Fim Fiom e Uilm archiviano la pausa imposta dalla tragica epidemia di Covid e riprendono il filo del discorso interrotto con Federmeccanica prima e con il Governo e ArcelorMittal.  E ieri hanno portato in piazza quelle 100 vertenze aperte al Mise, dall'Ilva di ArcelorMittal a Piombino, da Portovesme a Jabil, da Ast Terni a Embraco che parlano di esuberi, di produzioni in calo e di rilanci che appaiono impossibili.

A raccontare la storia tormentata degli ultimi quindici anni delle acciaierie ternane è stata Federica Abbati, delegata Fim Cisl, al secondo mandato da Rsu. Abbati ha ripercorso le tappe delle battaglie che ha fatto il territorio a sostegno delle acciaierie, dal magnetico fino all'annuncio di messa in vendita da parte della multinazionale ThyssenKrupp «proprio durante il periodo di pandemia. Sapevamo che i tedeschi avevano intenzione di metterla in vendita ma farlo durante l'emergenza coronavirus è stato un colpo basso».
Abbati ha quindi chiesto che, oltre alle operazioni che sono state fatte fino ad ora, che hanno teso solo ed esclusivamente a una ristrutturazione e a un ridimensionamento delle acciaierie, vengano anche fatte operazioni di rilancio e ricapitalizzazione perchè il territorio ternano e le maestranze in questi anni hanno dato molto a tutto il paese grazie alla produzione di acciaio inossidabile di qualità eccellente.
Alla manifestazione erano presenti anche tutti i segretari generali di categoria, compreso Marco Bentivogli, alla sua ultima uscita come segretario Fim, in quanto dimissionario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero