Castello di San Girolamo, Il vice sindaco di Narni: "Bene l'assoluzione ma un danno alla comunità"

Castello di San Girolamo, Il vice sindaco di Narni: "Bene l'assoluzione ma un danno alla comunità"
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NARNI - “I giudici riconoscono la piena legittimità dell’operazione compiuta nel 2010 dal Comune di Narni che, in questi lunghi anni e nonostante le travagliate vicende giudiziarie, ha sempre rivendicato la bontà dell’operazione". Dopo il deposito delle movitazioni Il vice sindaco, Marco Mercuri, commenta la sentenza d'assoluzione per tutti gli imputati coinvolti nella vicenda della vendita del castello di San Girolamo. 

"Il Comune era riuscito ad alienare un bene inutilizzato da anni, incassando una cospicua liquidità destinata al fabbisogno della comunità cittadina, senza dover affrontare direttamente i costi di una onerosa ristrutturazione. E a fare in modo che un soggetto privato, recuperando il complesso, realizzasse un’opera di pregio per il territorio narnese in piena sintonia con gli obiettivi di sviluppo rilanciati dall’amministrazione nell’ambito del Puc 2 del centro storico. L’intervento di recupero del complesso - dice Mercuri - avrebbe consentito la positiva ricaduta locale, derivante dai lavori di ristrutturazione e dalla successiva messa in esercizio dell’attività, con un apprezzabilissimo incremento di posti di lavoro, così come previsto nel bando di gara. Le gravissime accuse formulate nei confronti della giunta e dei dirigenti del Comune si sono dimostrate del tutto infondate ma, per ristabilire la verità dei fatti, sono passati purtroppo 10 anni". Il vice sindaco si pone una serie diinterrogativi legati al futuro di questo bene dopo un abbandono durato altri 10 anni: L’impianto accusatorio è stato sconfessato nel corso dell’istruttoria dibattimentale e le motivazioni della sentenza ne danno pienamente atto. Le persone coinvolte, se possibile, sono state moralmente risarcite ma le istituzioni e la comunità tutta hanno subito un danno irreparabile. Si riuscirà, e come, a mettere riparo a questo danno patito dal territorio?" si chiede Marco Mercuri.   

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Il Messaggero