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Nonostante il ridimensionamento registrato rispetto alla fase Covid, in Umbria al 31 luglio risultavano ancora 3,429 milioni di ore di cassa integrazione (Cig) autorizzate. Un ammontare che, secondo l’elaborazione del Centro studi Lavoro & Welfare, corrisponde a 2.800 lavoratori a zero ore con oltre 9 milioni di reddito persi. «Nei primi 7 mesi del 2023 la riduzione della Cig totale è continuata, ma con una diversa situazione tra Terni e Perugia», spiega il presidente Cesare Damiano.
Analizzando il dato elaborato su dati Inps e Ministero del Lavoro, a livello regionale da gennaio a luglio si rileva un calo del 33,6% considerando anche il Fondo di integrazione salariale (Fis) il cui dato è regionale. Considerando le sole ore di Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, la cui articolazione è provinciale, si registra un calo del 29,4% in provincia di Perugia e una crescita del 17,6% in quella di Terni. «Un aumento, quest’ultimo, concentrato soprattutto nelle ore di Cassa integrazione ordinaria», precisa l’ex ministro. L’impatto del ricorso agli ammortizzatori sociali resta tuttavia evidente. Se si considerano le ore totali autorizzate (Fis compreso) equivalenti a posti di lavoro con addetti a zero ore, da gennaio a luglio 2023 (30 settimane lavorative) si è generata un’assenza completa di attività produttiva per oltre 2.800 lavoratori, di cui 584 in Cassa straordinaria, 2.110 in ordinaria e 163 in Fis. «In base alle ore di Cig del 2023 – aggiunge Damiano – è come se in sette mesi si fossero perse 428.688 giornate lavorative». Con ovvie conseguenze anche sulle entrate delle famiglie. «I lavoratori umbri parzialmente tutelati dalla Cig, fino a luglio 2023, hanno visto ridotto il loro monte salari di oltre 9 milioni di euro al netto delle imposte», aggiunge il presidente dell’associazione Lavoro & Welfare. Il cui Centro studi stima che ogni singolo lavoratore che nel 2023 sia stato a zero ore fino al 31 luglio abbia subìto una riduzione del proprio reddito di oltre 3.450 euro netti.
Nell’ultimo report, il Centro studi L&W ha anche analizzato l’andamento della Cig nel periodo 2014-2022 durante il quale il trend è stato decrescente fino al 2019, passando da oltre 13 milioni a circa 4 milioni di ore. «Dato che in seguito è risalito – si osserva da Lavoro & Welfare – con una richiesta dirompente durante il periodo Covid, con oltre 55 milioni di ore, concentrate per di più a Perugia (oltre 32 milioni)».
Il Messaggero