Carovita e inflazione rosicchiano i risparmi degli umbri: in un anno 37 milioni di euro in meno

Ripartiti i piccoli prestiti: rate per coprire spese, comprare auto usate e ripianare vecchi debiti

Auto usate nel parcheggio di una concessionaria
Dopo anni di crescita inarrestabile, ai segnali di rallentamento registrati già a metà 2022, sul versante risparmi domestici è arrivata la prevedibile...

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Dopo anni di crescita inarrestabile, ai segnali di rallentamento registrati già a metà 2022, sul versante risparmi domestici è arrivata la prevedibile riduzione. In un anno le giacenze dei depositi bancari e postali delle famiglie consumatrici sono scese di 37 milioni. In percentuale, un calo dello 0,25% ma ciò che colpisce è l’inversione di tendenza che rispetto al passato, secondo i dati Bankitalia, interessa anche i nuovi contratti di mutuo, nel 2022 scesi del 18%. Continua a salire invece lo stock dei prestiti, credito al consumo compreso, con l’Osservatorio di prestitionline.it che per l’Umbria indica richieste soprattutto per motivi di liquidità, acquisto auto usate e per saldare debiti precedenti.


L’inflazione non ha colpito simmetricamente i conti delle famiglie, penalizzando soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati ma il dato aggregato sui depositi bancari e postali è un segnale inequivocabile. Anche in Umbria, il tesoretto accumulato soprattutto nel biennio 2020-21 inizia ad assottigliarsi. La giacenza resta considerevole, considerando che al 31 dicembre scorso i risparmi “sicuri” degli umbri ammontavano a 14,929 miliardi, ma per la prima volta si è ridotta rispetto alla stessa data dell’anno precedente. In 12 mesi i depositi bancari e postali, stando al report Bankitalia “Banche e istituzioni finanziarie: finanziamenti e raccolta per settori e territori” del IV trimestre 2022, si è ridotto dello 0,25%, con 37 milioni di euro in meno nei libretti di risparmio. E non si può dire che si siano scelte altre strade per impiegare l’eventuale reddito non consumato, visto che anche il trend della raccolta indiretta e dei titoli a custodia nello stesso periodo è discendente (-5% circa). Sale invece del 7,4% l’ammontare dei titoli in gestione (valutati al 31 dicembre 2022) che rappresentano però meno del 7% dei titoli a custodia. «Il deterioramento del quadro congiunturale incide in misura moderata sui rischi connessi con la situazione finanziaria delle famiglie», osserva Bankitalia nel rapporto sulla stabilità finanziaria spiegando: «La liquidità resta elevata, ma in termini reali il reddito disponibile è diminuito a causa dell'inflazione».
A tale ridotta potenzialità, in molti hanno reagito anche indebitandosi tanto che i prestiti alle famiglie consumatrici nel corso del 2022 sono saliti del 2,6% e al 31 dicembre la giacenza era di 7,792 miliardi di euro. Salite di 234 milioni (+8%) le consistenze dei mutui casa “non rinegoziati” mentre la quota dei “rinegoziati” è scesa del 6%. La maggiore onerosità si riflette sui flussi, con i nuovi contratti scesi del 18,4% e passati, da dicembre 2021 a dicembre 2022, da 926 a 870 milioni di euro. “L'incremento dei tassi di interesse – osserva Bankitalia - si sta riflettendo sul costo medio dei prestiti in essere e la quota di nuclei finanziariamente vulnerabili potrebbe salire nel corso di quest'anno”. Avanza anche l’esposizione da credito al consumo con la componente “società finanziarie” in un anno è cresciuta del 17,2%, con l’indebitamento per beni durevoli cresciuto di 121 milioni in totale (+5%).
A proposito di piccoli debiti e credito al consumo, l’osservatorio Prestitionline ha tracciato una sorta di identikit di chi si informa e chiede preventivi. I dati raccolti evidenziano che in entrambe le province umbre una persona su tre quasi chiede un finanziamento per motivi di liquidità, il 28,2% a Perugia, il 34% a Terni; il 22,2% (17,5%) chiede soldi per comprare un’auto usata, il 14% (12,2%) per consolidare debiti precedenti. Rispetto al resto del Paese, ancora poche richieste per i prestiti “green casa”.

L’importo medio richiesto è di 11.661 euro a Perugia, 10.334 a Terni (11.990 in Italia), la durata di 60 mesi, mentre l’età del richiedente è di 42-43 anni, in linea col dato nazionale. In entrambe le province le richieste di finanziamento arrivano da persone che hanno una fascia di reddito compresa tra i 10mila e i 20mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero