Si parla di tutto e soprattutto da parte di tutti, a volte anche non a ragion veduta. E poi le promesse che lasciano intravedere una vita migliore grazie agli aumenti della...
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Dare la possibilità di mitigare il carico fiscale direttamente, mediante deduzione dal reddito complessivo di un onere, o indirettamente, attraverso il riconoscimento di detrazioni d’imposta commisurate all’onere, significa vedersi riconosciuta l’imposta, o parte di essa, commisurata all’onere sostenuto. Peraltro, così facendo, si stimolerebbe la propensione al consumo rispetto a tutti quei beni e servizi a cui è correlata la deduzione o detrazione. Ed in più, un ulteriore risultato scontato: tanto più consenti di dedurre dal reddito, tanto meno i furbetti della fattura avranno la possibilità di passarla franca, perché il consumatore finale avrà tutto l’interesse a documentare le spese. Il discorso comunque è lungo e non può essere questa l’occasione per affrontarlo compiutamente. Venendo invece a quello che ci sta a cuore, nelle varie propagande elettorali non c’è traccia della nostra cara automobile. Che ci azzecca, direte. Ci azzecca e come vi rispondo. Già in un’altra occasione ho avuto modo di evidenziare come la fiscalità che grava sull’automobile è eccessiva. Da quella locale (bollo), a quella quotidiana (accise sui carburanti), a quella periodica (imposta sulle assicurazioni, contributo per lo smaltimento dei pneumatici, imposta provinciale sui passaggi di proprietà…), l’auto è il bersaglio più facile da colpire. Peraltro, siamo praticamente gli unici in Europa a pagare il bollo annuale sulla base della potenza in kW e sullo standard Euro, anziché sulle emissioni di CO2 come in altri paesi, e gli unici - insieme alla Grecia - a tassare i proprietari di macchine con potenza superiore a 185 Kw di 20 euro per ogni Kw eccedente.
Le persone comuni (non imprenditori o non lavoratori autonomi) non possono dedurre nulla dal reddito complessivo Irpef, pagano e basta. Ma perché a nessuno viene in mente di consentire la deduzione di qualche onere a favore dell’automobilista comune? Ad esempio il costo del tagliando o la spesa per la revisione annuale. Del resto se le auto sono ben tenute la sicurezza stradale, così come la spesa pubblica per l’assistenza sanitaria ne ricaverebbe indubbi vantaggi: auto più efficienti, minor incidenti, minori costi sociali. Per coloro che utilizzano l’auto per motivi di lavoro il discorso non è poi tanto diverso, nel senso che anche per loro la deduzione dei costi è prossima allo zero. Pensate, a parte talune eccezioni, solo il 20% del costo di acquisto di un’autovettura con un limite massimo di euro 3.815,20 da ripartire in quattro anni. Stessa percentuale per i costi di gestione. Se poi l’auto la noleggi o la prendi in leasing il discorso non cambia. Basterebbero pochi e semplici interventi per mitigare il carico fiscale e contemporaneamente migliorare la mobilità. Vediamo a questo punto chi avrà il coraggio di inserire nel proprio programma elettorale una più moderna e rispettosa disciplina fiscale dell’automobile, anche perché l’automobilista vota e siamo in tanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero