Carcere di Terni, sciopero della fame di due detenuti anarchici e presidio a Sabbione

Carcere di Terni, sciopero della fame di due detenuti anarchici e presidio a Sabbione
TERNI - Il presidio di fronte al carcere di Sabbione è durato un paio d’ore. Una venticinquina di anarchici si...

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TERNI - Il presidio di fronte al carcere di Sabbione è durato un paio d’ore.

Una venticinquina di anarchici si sono dati appuntamento martedì primo novembre alle 10 davanti al penitenziario per dare la propria solidarietà a due pezzi da novanta dell’anarchismo internazionale, in sciopero della fame a oltranza per l’abolizione del regime 41 bis.

A dare il via alla protesta, il 20 ottobre, Alfredo Cospito, uno dei leader del movimento anarchico italiano, fino al maggio scorso detenuto a Sabbione nella sezione alta sicurezza 2 e poi trasferito a Sassari in regime di 41bis con l’accusa di strage contro la sicurezza dello Stato.

In solidarietà alla lotta di Cospito, dal 25 ottobre, ha iniziato lo sciopero della fame a oltranza anche Juan Antonio Sorroche Fernandez, ex primula rossa dell’anarchismo internazionale. Fu arrestato a maggio 2019 ed è detenuto in regime di alta sicurezza nel penitenziario di vocabolo Sabbione.

L’anarchico spagnolo, ritenuto responsabile di un attentato alla sede della Lega di Treviso, quattro mesi fa è stato condannato in primo grado a 28 anni di carcere. Era accusato di attentato a fini terroristici con l’utilizzo di ordigni, micidiali ed esplosivi, con l’aggravante di voler colpire le forze dell’ordine,  e per fabbricazione  di ordigni esplosivi.

«Dal 20 ottobre - si legge nella nota dei promotori del presidio - il compagno anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame nel carcere di Sassari contro il regime di 41 bis nel quale è stato sottoposto lo scorso maggio, dopo dieci anni di detenzione in alta sicurezza. L’inedita decisione di rinchiudere un anarchico in 41 bis è solo la punta dell’iceberg della svolta autoritaria in atto in Italia, una svolta inaugurata con la strage nelle carceri del marzo 2020, proseguita con le inchieste contro le lotte sindacali, con gli operai della logistica accusati di “estorsione” nei confronti del padrone perché chiedevano aumenti salariali, lo stillicidio di sorveglianze speciali, la condanna di Juan Sorroche a 28 anni di carcere e la Cassazione del processo scripta manent».

Di fronte al penitenziario ternano la solidarietà degli anarchici anche ai «detenuti di media sicurezza del carcere di Terni protagonisti della rivolta dello scorso 16 ottobre».

Intanto in cella Juan Sorroche, sotto controllo medico quotidiano, non ha intenzione di interrompere lo sciopero della fame.

 

 

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Il Messaggero