Api in cerca di un rifugio sicuro: l'alveare era negli uffici dei carabinieri del Noe

Api in cerca di un rifugio sicuro: l'alveare era negli uffici dei carabinieri del Noe
PERUGIA - Non avrebbero potuto scegliere un rifugio più sicuro le api da miele salvate martedì a Perugia dai militari del Noe e dal personale dell'Arpa Umbria....

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PERUGIA - Non avrebbero potuto scegliere un rifugio più sicuro le api da miele salvate martedì a Perugia dai militari del Noe e dal personale dell'Arpa Umbria. Le api, infatti, avevano costruito il proprio alveare in un'intercapedine degli uffici dei carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico. A fare la scoperta sono stati proprio i carabinieri impegnati nella difesa dell'ambiente che, durante le normali attività di ufficio, hanno sentito - all'interno della caserma di via Pievaiola - il classico ronzio dello sbatter d'ali delle api. I militari hanno quindi constatato visivamente dall’esterno della struttura che da alcuni fori esistenti in una della travi di acciaio posta al primo piano vi era un via vai di api da miele. A quel punto è scattato il singolare intervento, con i militari del tenente colonnello Francesco Motta che hanno allertato gli apicoltori specializzati iscritti nella lista nazionale recupero sciamo e la Asl dell'Umbria.  Dopo avere effettuato il sopralluogo che ha consentito di individuare l’alveare proprio all’interno di uno degli uffici del N.O.E. dei carabinieri, è stato realizzato un ampio foro nella parete in cartongesso. Così sono stati recuperati integralmente  i sei “favi” che costituivano l’alveare ( di recente realizzazione), composto da circa 20mila api, con tanto di “ape regina” intenta a gestire le complesse attività. L’esperto apicoltore che ha proceduto al recupero  e che, durante le operazioni, ha constatato la bontà e la docilità delle api, dopo aver riposto i favi all'interno di due arnie provvisorie le ha portate nella propria azienda. Qui, dopo un periodo di quarantena, finalizzato a verificare lo stato di salute, saranno trasferite in un'arnia definitiva, in modo che possano riprendere pienamente la loro laboriosa attività. 
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Il Messaggero