Caos Lega, parla Briziarelli: «Perdiamo voti e chiudiamo le sedi, ma Caparvi pensa a cacciare me»

L'ex senatore della Lega Luca Briziarelli
PERUGIA - Adesso parlo io. È rimasto in silenzio dopo il risultataccio delle politiche che in Umbria ha portato la Lega dal 37 all’8 per cento e che lo ha lasciato...

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PERUGIA - Adesso parlo io. È rimasto in silenzio dopo il risultataccio delle politiche che in Umbria ha portato la Lega dal 37 all’8 per cento e che lo ha lasciato fuori dal Parlamento, e pure dopo l’annuncio da parte del segretario regionale del suo partito di volerlo espellere. Ora Luca Briziarelli rilancia e contrattacca. 


«Ho appreso dalla stampa e da numerose telefonate di chi era presente all’ultima riunione dei vertici regionali del partito che per la seconda volta in poco più di un mese l’onorevole Caparvi ha ribadito la sua volontà di espellermi dalla Lega, - racconta Briziarelli, contattato dal Messaggero - ha sottolineato che se non ha ancora formalizzato l’atto è stato solo per la richiesta di Salvini di soprassedere...».
Insomma, niente pace tra quelli che nel gioco delle parti sono i due capicorrente del Carroccio umbro, al contrario, resa dei conti fino al “ne resterà solo uno”. «L’accanimento nei miei confronti non è una novità - prosegue Briziarelli - nell’ultimo mese Caparvi non ha perso occasione di confermare le sue intenzioni a stampa, tv e radio, ma senza contraddittorio e in sfregio di statuto e regolamento, con un danno all’immagine del partito e alla mia reputazione... è incredibile che di fronte al calo di iscritti e consenso e alla necessità di chiudere sedi per far quadrare i conti, il segretario regionale si preoccupi della mia espulsione. È accecato dalla volontà di sbattermi fuori e vuole difendere rendite di posizione figlie di un consenso che non c’è più. Ma non c’è stata una seria analisi del voto o un confronto su interventi per bollette, piano sanitario, gestione dei rifiuti, o la rivendicazione di meriti su infrastrutture, Pnrr, stazione Media Etruria».
Com’è andata al momento della presentazione delle candidature?
«Non è un mistero che Caparvi abbia fatto di tutto perché io non fossi candidato, l’ha confermato anche in riunione, su questo è stato coerente. È stato direttamente Salvini ad inserirmi all’ultimo momento capolista al Senato al posto del candidato indicato da Caparvi». 
E poi in campagna elettorale cos’è successo?
«Pur sapendo che fosse una “missione impossibile”, io ho corso sul serio, altri no, la differenza si è vista e a qualcuno non è andato giù. Il fatto che elettori, persino assessori e sindaci di altri partiti, abbiano avuto l’onestà intellettuale di riconoscere il mio lavoro, votarmi e dirlo pubblicamente, dovrebbe essere un titolo di merito non una colpa. Quelli non sono voti sottratti alla Camera, ma aggiunti al Senato per la Lega».
Ora come finisce?

«Aspetto mi sia data la possibilità di difendermi nelle sedi opportune, consapevole dell’impegno che in questi anni ho assicurato alla Lega, in Parlamento e in Umbria, con risultati evidenti. Mi auguro che Matteo Salvini ponga fine, in un senso o nell’altro, a questo gioco al massacro».

 

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Il Messaggero