Candidature Pd, a Perugia la segreteria frena e poi vira su Leonelli

Bocci, Leonelli, Miccioni (foto Marco Giugliarelli)
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PERUGIA La segreteria del Pd di Perugia è stata riunita venerdì per tre ore, al termine di un’altra giornata di telefonate serrate, finché alle nove di sera il nome del segretario regionale Giacomo Leonelli ha chiuso la guerra del sale. Ma guai a giurarci. Questo è il Pd e può succedere di tutto.Il braccio di ferro è andato avanti per tutta la giornata di ieri. Da una parte il fronte di chi difendeva l’accelerazione sulla coppia di candidature Bocci-Cardinali nei collegi uninominali di Perugia, dall’altra chi insisteva per chiedere al segretario regionale Giacomo Leonelli. Tira, molla, tira, molla e in serata ne esce un documento che pende dalla parte dei leonelliani. Evitata in extremis la conta fratricida nell’assemblea cittadina.

Resta aperta anche la terza via: candidature al di fuori del partito, in grado superare l’empasse. L’identikit recita: categoria società civile, che vuol università, sanità, imprenditori, votanti alle primarie e disposti a misurarsi con gli incastri del Rosatellum. Proprio Leonelli avrebbe in agenda almeno due nomi: una donna per Perugia e un uomo per Terni.
Ma il Pd è tutt’altro che pacificato. Nella dotazione da segretario provinciale, Leonardo Miccioni ha ricevuto un elmetto. Giovedì sera lo ha portato con sé a Spoleto, ma poi ha finito per tenerlo nella borsa: all’assemblea che ha eletto il trentenne Matteo Cardini alla guida del partito in città, infatti, la minoranza non si è presentata (altro servizio a pag 45 ndr).
I democratici di Marsciano, invece, hanno calato la loro carta: candidare il sindaco Alfio Todini in Parlamento. Metti lì.
A Foligno l’assemblea si riunisce domani. Il segretario Carlo Elia Schoen declina così il concetto di rappresentanza del territorio: «Tra i parlamentari uscenti ci sono sicuramente figure riconoscibili e rappresentative di quest’area geografica, quali Gianpiero Bocci o Marina Sereni - spiega - ma se qui non fossero candidati loro, senza voler innescare guerre di campanile e nel rispetto dei ruoli, riteniamo opportuno rimarcare l’importanza di riconoscere adeguata rappresentanza al nostro territorio».

Finita qui? No. A Gualdo Tadino ieri si è dimessa la giovane e agguerrita segretaria cittadina Lisa Chiavini, riferimento del sindaco bocciano Massimiliano Presciutti: «Le pressioni che ho subìto per la composizione della segreteria la dicono lunga sulla fiducia accordatami quando sono stata riconfermata... non è stato compreso il mio progetto», ha scritto nella lettera di addio. Tutto liscio, mancano solo dieci alla chiusura delle candidature. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero