Lancio di fumogeni e aggressioni: sos tifosi violenti nei campi dell'Umbria

Lancio di fumogeni e aggressioni: sos tifosi violenti nei campi dell'Umbria
PERUGIA - La follia che attraversa le tifoserie di mezza Europa sembra essersi depositata anche in Umbria. Lontano dai grandi stadi e dalle ribalte internazionali, infatti, i...

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PERUGIA - La follia che attraversa le tifoserie di mezza Europa sembra essersi depositata anche in Umbria. Lontano dai grandi stadi e dalle ribalte internazionali, infatti, i provvedimenti firmati dal giudice sportivo Marco Brusco raccontano di una mano pesantissima nei confronti di molte società e nella stragrande maggioranza dei casi per punire le intemperanze dei propri tifosi.

Dall’Eccellenza ai campionati giovanili, è un fioccare di sanzioni da centinaia d’euro (che per una società dilettantistica rappresentano una punizione notevole) per le violenze e i comportamenti minacciosi messi in atto dai tifosi. Che in questi contesti sono rappresentati per lo più dai paesani delle squadre impegnate o anche dai genitori, se si pensa ai campionati Juniores.

Sorprende come in alcuni casi la problematica, proprio come i comportamenti degli ultras, sia legata al lancio di fumogeni in campo o verso la panchina avversaria.

In altri casi però sono i direttori di gara a finire nel mirino di tifosi focosi. Ma anche di dirigenti. Come a Cannara, dove il dirigente Fabio Barbini è stato squalificato fino ad agosto, l’allenatore Caporali squalifcato per sei giornate e un giocatore (Ilunga Cardoso) addirittura per dieci per aver accerchiato l’arbitro a fine partita.
O come anche a Piccione, dove la società è stata multata per colpa di alcuni tifosi che a fine partita avrebbero cercato di aggredire l’arbitro che stava entrando nella propria auto per lasciare lo stadio.

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Il Messaggero