Calcio e follie: piove spazzatura sulla testa dell'arbitro

Mano pesante del giudice sportivo Marco Brusco nei confronti di società e dirigenti

Calcio e follie: piove spazzatura sulla testa dell'arbitro
PERUGIA Piovono buste di spazzatura sulla testa dell’arbitro. E la cosa più grottesca forse è chi è arrivato al campo sportivo con una busta...

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PERUGIA Piovono buste di spazzatura sulla testa dell’arbitro. E la cosa più grottesca forse è chi è arrivato al campo sportivo con una busta dell’immondizia con l’intento evidentemente di  lanciarla addosso alla terna arbitrale alla prima occasione buona. Storie del calcio dei dilettanti, storie raccontate scorrendo le pagine delle sanzioni adottate dal giudice sportivo regionale, l’avvocato Marco Brusco, per punire comportamenti sempre più oltre òle regole e il buonsenso.

E così ecco che la società Tuoro, prima categoria, si prende cento euro di multa per le intemperanze di un tifoso che ha «lanciato una busta di spazzatura all’interno del terreno di gioco nel tentativo di colpire l’assistente di parte. In campo avverso».
Ma, come accade di settimana in settimana, la lista delle violenze fisiche e verbali soprattuto ai danni degli arbitri non si ferma qui. Nello stesso campionato ecco 150 euro di multa al Pietrafitta per i petardi «molto fragorosi» lanciati dai supporter in campo e 200 al Parlesca «per comportamento offensivo e minaccioso del pubblico nei confronti dell’arbitro. In campo avverso». C’è anche chi prova a colpire l’arbitro nel modo peggiore possibile, cioè con uno sputo. Non ci riesce, ma si becca comunque una sanzione importante. Perché oltretutto si tratta di un dirigente. Angelo Di Giacomo, de La Castellana, squalificato fino al 31 agosto perché «protestando per l’espulsione di alcuni calciatori, entrava in campo senza autorizzazione e proferiva frasi minacciose ed ingiuriose nei confronti dell arbitro. Al termine della gara, mentre l arbitro stava rientrando negli spogliatoi, il Di Giacomo gli sputava contro da una distanza di circa tre metri senza, tuttavia, colpirlo».
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Il Messaggero