«Buste da consegnare ai candidati, dentro c'erano gli argomenti d'esame». Colpo di scena a Concorsopoli

«Buste da consegnare ai candidati, dentro c'erano gli argomenti d'esame». Colpo di scena a Concorsopoli
PERUGIA - Concorsopoli, niente parolacce ma colpi di scena. Con una mezz'ora al fulmicotone che rischia di aumentare il numero delle persone coinvolte nella maxi inchiesta sui...

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PERUGIA - Concorsopoli, niente parolacce ma colpi di scena. Con una mezz'ora al fulmicotone che rischia di aumentare il numero delle persone coinvolte nella maxi inchiesta sui concorsi in sanità che la procura considera con l'aiutino. Ieri, infatti, nell'aula del Capitini, dopo l'ennesima testimonianza del maresciallo della guardia di finanza che ha spiegato e analizzato i video e le intercettazioni, tra accordi coloriti ed espressioni vivaci, su cui la procura poggia le accuse di falso, rivelazione e abuso di ufficio (e la contestazione per alcuni di associazione per delinquere), l'udienza stava per terminare quando una testimone, con le sue dichiarazioni, ha convinto il collegio presieduto da Marco Verola a interrompere il verbale. Frasi «autoindizianti», quelle della donna, ora in pensione, che dagli uffici di Legacoop avrebbe aiutato a far girare le tracce di un concorso ai candidati amici.

A tirarla in ballo era stata poco prima la giovane che aveva partecipato al concorso per assistente amministrativo e contabile, su insistenza e desiderio del suocero, legato da amicizie con la cooperativa. La candidata ha ammesso di essere stata aiutata e di aver ottenuto la busta con gli argomenti poi usciti all'esame e ha indicato come tramite proprio l'ex dipendente di Legacoop. Che già in sede di indagine aveva accennato a questo passaggio «di favore», ma che ieri – stimolata dalle domande del pubblico ministero Mario Formisano – ha aggiunto una frase per cui il collegio ha deciso di sospendere il verbale, con gli atti rimandati alla procura che ora dovrà valutare la sua posizione di un eventuale concorso in rivelazione di segreti di ufficio. La testimone, tra i personaggi chiave secondo la procura, ha infatti ammesso in aula «in tutta sincerità» - dopo aver ribadito di «aver trasmesso dei dati» - di aver guardato cosa ci fosse nella busta, aperta. E dentro erano indicati alcuni argomenti generici su cui verteva la prova d'esame. Non le tracce, sia chiaro, ma i macro temi indicati dalla commissione. All'avvertimento del pm Formisano (titolare del fascicolo con il collega Paolo Abbritti) sulla possibilità che la sua posizione cambiasse, ha fatto seguito la determinazione della corte, dopo uno scambio a dir poco frizzante in aula. Per una testimonianza che ora sarà da valutare: resta ammissibile o no? La procura guadagna un nuovo nome sul fascicolo o perde una testimone considerata fondamentale per sostenere le accuse? Il passaggio, molto tecnico, è stato letto in maniera difforme (come sono state considerate le parole della donna, rispetto alle dichiarazioni iniziali) da accusa e difesa, tanto che l'avvocato Nicola Pepe – legale della ex governatrice Catiuscia Marini, già presidente di Legacoop – ha commentato così: «Dall'udienza dibattimentale sono emersi elementi significativi per la difesa, convinta e certa di poter dimostrare la completa estraneità della nostra assistita, come ribadito da sempre».


In una delle prossime udienze verrà ascoltato anche Valentino Valentini, che della Marini presidente fu consigliere politico e che dovrà rispondere alle domande sugli altri passaggi di buste finiti al centro delle indagini. Con le varie difese e gli avvocati, tra gli altri, David Brunelli, Francesco Crisi, Francesco Falcinelli, Marco Brusco, Nicola Di Mario, Franco Libori pronti ad affilare le armi per demolire la tesi accusatoria, sostenuta invece anche dalle parti civili, con Sara Pievaioli, Anna Rita Gobbo, Fabio Pili e Francesco Maresca per Cittadinanzattiva, Regione Umbria, Azienda ospedaliera di Perugia e Usl Umbria 1. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero