«Noi, autisti dei bus in Umbria, ostaggio di baby gang e ubriachi»

«Noi, autisti dei bus in Umbria, ostaggio di baby gang e ubriachi»
PERUGIA Baby gang e spacciatori che si fronteggiano, biglietti non pagati, ragazzini che si ubriacano. Benvenuti nel Bronx delle linee (alcune, per carità) degli autobus di...

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PERUGIA Baby gang e spacciatori che si fronteggiano, biglietti non pagati, ragazzini che si ubriacano. Benvenuti nel Bronx delle linee (alcune, per carità) degli autobus di BusItalia. Che siano linee del servizio urbano o dell’extraurbano poco cambia, le segnalazioni si rincorrono da mesi. Basta leggere le lettere che gli autisti mandano ai sindacati e che i sindacati mandano all’azienda per capire l’aria che tira. Eccone due estratti.


«Sono un autista del servizio urbano di Perugia. Con la presente sono a portare alla vostra attenzione, casomai non ne foste a conoscenza, il clima di disagio che si respira all’interno degli autobus. I passeggeri, essendo sospesa la vendita di titoli viaggio a bordo e non vedendo più alcun verificatore negli autobus, si sono piano piano arrogati il diritto di salire e scendere come, dove e quanto vogliono, creando a volte situazione di tensione tra gli ormai pochi paganti e sovente anche con noi autisti.... elenco due casi che si sono verificati recentemente durante le mie giornate lavorative. Un sabato pomeriggio avevo all’interno del bus sia dei soggetti legati al narcotraffico (spacciatori, ndr) che ragazzi incappucciati che davano l’idea essere appartenenti a una cosiddetta gang; i due gruppi si sono urlati di tutto, mettendo me e il resto dei passeggeri in profondo disagio. Inoltre, come spesso accade di domenica, alle fermate di Fontivegge minimetrò e San Sisto centro commerciale, si verificano assembramenti di persone di colore dirette ad un loro luogo di culto. In questo scenario, una domenica mi è capitato che una cinquantina di persone siano salite di forza (e senza che nessuno validasse alcun titolo di viaggio) nonostante io abbia cercato invano di spiegare loro che non sarebbero potuti salire tutti. Ho avvisato il mio superiore, il quale ha subito inviato una vettura in supporto; ho ripreso servizio (con la scritta “Completo”) solo quando mi sono accertato che il numero di passeggeri fosse adeguato per viaggiare in sicurezza, come da disposizioni aziendali....».
Eppoi i sindacati, tutte le sigle, che scrivono all’azienda con l’obiettivo di «... voler porre l’attenzione sulle rilevanti problematiche riscontrate nelle linee di trasporto pubblico E001 (Gubbio-Perugia) e E052 (Gubbio-Gualdo Tadino), diventate di impossibile gerenza, sia dal punto di vista gestionale, per il conducente in servizio, sia da quello fruitivo per l’impossibilità di garantire agli utenti una mobilità nel pieno rispetto della sicurezza dovuta. Non ci riferiamo alla sola e mera evasione tariffaria, ma alla violazione cumulativa, ostentata e fortemente provocatoria da parte di alcuni soggetti, in parte minorenni, che con il loro comportamento non ottemperano le norme di contenimento per la diffusione del virus SarsCoV2. Sprezzanti dei richiami e di
qualsivoglia obbligo derivante dall’uso di presidi quali mascherine e/o distanziamenti, gli stessi compiono bivacchi e bevute di alcolici all’interno del mezzo stesso, reagendo in svariate occasioni, alle rimostranze dei conducenti e degli altri utenti, con violenza verbale e fisica, con minacce ed eccessi di ira e gesta pesantemente censurabili». Ecco gli orari nelle corse a rischio:«La partenza delle 15,20 da Gualdo Tadino direzione Gubbio e delle 19 da Gubbio direzione Gualdo. La partenza delle ore 12,50 e 14 da Gubbio direzione Perugia e delle 19,40 di rientro da Perugia per Gubbio.
Mesi di paura, mesi di segnalazioni, Covid o non Covid. Anche lettere al prefetto. Il sigillo sulla situazione difficile la mettono Christian Di Girolamo e Piero Iannini, rispettivaeante segretario regionale e provinciale della Faisa-Cisal che aggiungono un dato che fa pensare: il nodo dei controlli Covid. 

«Spesso gli operatori del settore si trovano da soli ad affrontare situazioni limite aumentando il loro e nei passeggeri trasportati, quel senso di disagio ed abbandono che non fa altro che alimentare il clima di sfiducia generale dovuto al periodo di pandemia». E dalla Fisa Cisl chiedono che i controlli Covid non vengano fatti a orari prestabiliti. Serve, per la Faisa-Cisal maggiore elasticità e prontezza di intervento dlle forze dell’ordine per le verifiche sul Green pass «nel controllo delle situazioni a rischio che quotidianamente si verificano soprattutto in orario notturno e in alcune zone della regione. Aspettiamo riposte da Prefetto e Regione».

 

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Il Messaggero