«Credo che con la ripresa sarà indispensabile per i paesi rivedere la scala dei valori: non è pensabile lasciare fuori dall'Europa produzioni come...
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«Sarà interessante chiedersi - ha proseguito il Ceo Burelli - cosa faranno i clienti italiani dopo questa situazione. Sarebbe auspicabile che finisse quello che io definisco "il turismo siderurgico". Sta partendo la campagna per invitare le persone a comprare italiano. Ecco, io inserirei tra i prodotti di qualità italiani anche l'acciaio inox. Fermo restando che il prezzo fa comunque la differenza, l'acciaio a chilometri zero sarebbe comunque una panacea».
Per quanto riguarda la situazione europea, Burelli ha sottolineato come quasi tutte le aziende concorrenti abbiano continuato a lavorare o fatto interruzioni molto brevi. «La Germania non farà mail lockdown ed è già ripartita. Il 40 per cento dei nostri clienti sta lavorando e ci chiede produzione». Burelli ha poi citato una ricerca fatta sulle aziende italiane che hanno riaperto: «Fermo restando che la salute va messa al primo posto, non risulta ci siano focolai di Covid nelle fabbriche. I luoghi a rischio sono gli ospedali e le residenze protette per anziani».
L'intervento completo sul Messaggero in edicola domani 22 aprile 2020 Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero