Picchiano l'amica ma continua a riprendere: Bastia, il nuovo video della violenza fra ragazzini fa il giro dei social

I carabinieri indagano per risalire ai responsabili. Il sindaco Lungarotti: nessuna segnalazione

Un momento della violenza a Bastia
BASTIA UMBRA Risate. In grado di far più male delle botte. Perché raccontano superficialità e indifferenza. Sono le risate di un gruppo di ragazzini su di...

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BASTIA UMBRA Risate. In grado di far più male delle botte. Perché raccontano superficialità e indifferenza. Sono le risate di un gruppo di ragazzini su di giri per la violenta lite che sta coinvolgendo due coetanee, quindicenni, appartenenti allo stesso gruppo d’amici o comunque conoscenti. Perché siamo a Bastia, non certo in una metropoli. E quelle risate sono accompagnate a un nuovo video da condividere sui social. Perché i like, i cuori o qualunque altro modo per indicare il “mi piace” sono molto più importanti di due amiche che si stanno picchiando. Che si tirano per i capelli. Che si buttano a terra e si colpiscono, con violenza e crudeltà.

È successo qualche sera fa, e chi conosce la zona colloca la zuffa in piazza Franchi. Sembra un incontro di lotta libera ma quello che colpisce di più sono le risate sguaiate di tanti ragazzini, maschi e femmine, che stanno intorno e riprendono. Qualcuno anzi incita. A dire il vero ci sono due-tre ragazzine che tentano in tutti i modi di dividere le due coetanee in lotta, e nonostante la grande difficoltà che palesano nel trattenerle nessuno degli altri sembra minimamente intenzionato a farle smettere. Anzi, continuano a filmare con l’evidente motivazione di poter poi condividere tutto sui social network. Nella foto, un frame del video pubblicato da Umbria24.it
Cosa che puntualmente avviene, con quelle raccapriccianti immagini che fanno il giro delle chat e finiscono per essere viste da centinaia, migliaia di persone. «Dobbiamo capire cosa sia successo - dice il sindaco Paola Lungarotti - Non abbiamo ricevuto segnalazioni, non sono intervenute ambulanze o le forze dell’ordine. Gli stessi carabinieri si sono mossi d’iniziativa dopo avere visto le immagini. Sono fenomeni sempre più frequenti che stiamo monitorando». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero