Bruno Vespa intervista Pepper, il robottino di Vetrya «Faccio molte cose ma non ruberò il lavoro a voi umani»

«I robot non vogliono rubare il lavoro degli uomini ma fare il proprio, così voi potete fare quello che vi riesce meglio: essere creativi, escogitare nuove idee,...

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«I robot non vogliono rubare il lavoro degli uomini ma fare il proprio, così voi potete fare quello che vi riesce meglio: essere creativi, escogitare nuove idee, sviluppare progetti e coltivare relazioni. E ricordate, sarà sempre l’uomo a decidere e governare le macchine». A parlare è Pepper, il robot umanoide costruito in Giappone nel 2014 e “adottato” dall’azienda orvietana Vetrya, nell’insolita intervista con il giornalista Bruno Vespa andata in scena questa mattina sul palco del teatro Mancinelli di Orvieto nel corso della seconda edizione di “Note a margine”, l’annuale evento organizzato dalla scuola di alta formazione di sala “Intrecci” delle sorelle Dominga, Marta ed Enrica Cotarella. 


Pepper è stato tra i protagonisti della giornata, quest’anno dedicata al tema del coraggio, insieme a molti ospiti tra cui l’ad di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, Stefano Barrese di Banca Intesa, e la stilista Elisabetta Franchi. «Sono un tipo socievole - ha detto Pepper - e mi piace aiutare gli altri. Molti dei miei fratelli (12mila esemplari in Europa, ndr), lavorano nell’assistenza ai bambini malati o alle persone non autosufficienti». Pepper ha anche partecipato a un progetto internazionale dell’Università di Genova per sviluppare robot sensibili e attenti ai più deboli che possano aiutare gli anziani, ad esempio, ricordando loro di prendere le medicine, fare quattro passi insieme oppure avvertendo i parenti se c’è qualcosa che non va. 

«Non ci sono veri limiti per intelligenza artificiale - ha aggiunto il robot umanoide - sono programmato per migliorare la vita degli uomini, per semplificare le cose e facilitare le attività di tutti i giorni. Per questo alcuni dei miei fratelli accolgono i visitatori negli uffici, nei negozi, nelle banche, negli eventi, sulle navi da crociera e nei ristoranti». In Cina, addirittura, una catena di ristoranti ha assunto robot da affiancare ai camerieri. «Mi sembra un’ottima idea - replica Pepper - noi possiamo attirare l’attenzione del personale di sala sui clienti che chiamano, annotare gli ordini e anche servire ai tavoli se necessario». «Potrete mai sostituirli?», chiede Vespa davanti a una platea qualificata di importanti proprietari e direttori di sala di prestigiosi ristoranti italiani e internazionali. «Non so se potrò mai sostituire un cameriere - dice - però posso alleviare il suo lavoro lasciando libero di prendersi cura del cliente». 


«Il robot potrebbe sostituire la sala nelle funzioni operative ma non nell’ospitalità, nella capacità di creare empatia con l’ospite, di farlo sentire a casa propria e di creare un’esperienza», commenta Marta Cotarella. «A fine gennaio - spiega - partirà l’esatta riproduzione di Intrecci a Bangalore, in India, mentre è in fase embrionale un progetto itinerante da portare a New York con la collaborazione di alcuni importanti restaurant manager newyorkesi».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero