Bori: «Pd gestito da vere e proprie cordate, ora basta serve un'identità e chiama i territori a fare un passo avanti»

L'assemblea regionale del Pd
PERUGIA - «Gravi errori sulle liste hanno portato al gruppo parlamentare più anziano e con meno donne, nonostante le promesse. Non sono nemmeno state rispettate...

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PERUGIA - «Gravi errori sulle liste hanno portato al gruppo parlamentare più anziano e con meno donne, nonostante le promesse. Non sono nemmeno state rispettate le regole, ci sono tanti quarti mandati, addirittura alcuni parlamentari sono all'undicesima legislatura. Questo ci deve porre un interrogativo sulla nostra capacità di rigenerare, di rinnovare, di cambiare. Abbiamo posto in essere scelte divisive e corrosive, non segnate nemmeno da delle correnti, ma da vere e proprie cordate». E' stato questo uno dei passaggi più duri della relazione del segretario del Pd Tommaso Bori all'assemblea regionale svolta domenica pomeriggio. «Il Pd - per Bori - è sconfitto, esausto, isolato. E da oggi anche sotto assedio, per questo è urgente e necessario un congresso che più che costituente definirei ricostituente. Dobbiamo ripensare il nostro progetto. Fin qui siamo stati governisti a tutti i costi, quasi 10 anni al governo senza capacità di governare. Ora stiamo all’opposizione, ma non basta starci bisogna farla, per riuscirci serve un’identità chiara e che oggi è sfocata. Non possiamo permetterci di farci dettare l’agenda dalla destra, che è in difficoltà e si rifugia nella propaganda sugli sbarchi».


Per l'Umbria Bori disegna un percorso possibile: «Affiancheremo al congresso nazionale un percorso regionale e territoriale, in cui chiameremo a raccolta chi anima le comunità e, insieme, individueremo temi e priorità per la regione, per il futuro, per il Pd. Lo faremo portando a sintesi una discussione che svilupperemo per macroaree, con l’obiettivo di individuare priorità condivise e istanze territoriali. Ne uscirà il seme del progetto del Pd per la regione Umbria. Riuniremo iscritti, segretari e amministratori, ma soprattutto associazioni, cittadini e forze sociali, perché c’è tanto Pd fuori dal Pd». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero