Bonus baby sitter, in Umbria ci sono medici che lo devono restituire

Bonus baby sitter, in Umbria ci sono medici che lo devono restituire
PERUGIA - Cosa succede se lo Stato corrisponde dei soldi per l'emergenza coronavirus e dopo qualche mese li rivuole indietro? Succede che ci si arrabbia. E pure molto....

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PERUGIA - Cosa succede se lo Stato corrisponde dei soldi per l'emergenza coronavirus e dopo qualche mese li rivuole indietro? Succede che ci si arrabbia. E pure molto. Soprattutto se durante l'ultimo l'anno si è lavorato curando pazienti e affrontando anche situazioni a rischio.

È tutto quello che è successo ad alcuni medici di base e di guardia medica che negli ultimi giorni hanno ricevuto una lettera dall'Inps che parla dell'indebita percezione del bonus babysitting. Quell'aiuto, cioè, alle famiglie dei lavoratori che sono stati costretti ad affidare i propri bambini alle cure di terze persone, mentre – in questo caso – loro andavano a curare la gente. Una delle lettere è per esempio arrivata a una dottoressa che tra marzo e agosto dello scorso anno ha ricevuto 760 euro di bonus (praticamente 150 euro e spicci al mese) e che adesso l'Inps descrive come «pagamento non dovuto». «A seguito di verifiche effettuate è stato riscontrato che il rapporto di lavoro del richiedente non rientra nelle categorie lavorative tutelate dalla normativa. Petranto è stato revocato il bonus baby-sitting previsto in favore dei genitori lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato, del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico». A seguire, le indicazioni per «provvedere al pagamento di tale somma» entro 30 giorni.
È difficile che l'Inps si sia sbagliato, la legge sarà certamente quella richiamata, ma è altrettanto certo il malumore di medici che dopo tanti sforzi si vede anche richiedere indietro questi soldi. Della vicenda sono stati interessati sia l'Ordine che la Federazione dei medici di medicina generale, come finirà?

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Il Messaggero