Baschi, buttata a terra la targa di piazza Martiri delle Foibe. Sdegno della Lega

Baschi, buttata a terra la targa di piazza Martiri delle Foibe. Sdegno della Lega
A Baschi, nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 agosto, ignoti vandali hanno prima divelto e poi gettato a terra la targa di piazza Martiri delle Foibe.  ...

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A Baschi, nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 agosto, ignoti vandali hanno prima divelto e poi gettato a terra la targa di piazza Martiri delle Foibe. 


"Spiace accendere i riflettori sull’ennesimo attacco vile alla memoria dei Martiri delle Foibe - commenta così Davide Melone, responsabile organizzativo orvietano della "Lega Salvini premier". Questa mattina, in qualità di responsabile organizzativo della Lega per il territorio orvietano, mi sono recato personalmente nel comune di Baschi, su segnalazione di un nostro sostenitore a constatare di persona ciò che è accaduto.
La targa in piazza Martiri delle Foibe - spiega Melone - è stata asportata e gettata al suolo senza nessun riguardo, anzi, quasi per sfregio. Per l’ennesima volta siamo a certificare che qualcuno pensa che ci siano morti di serie A e morti di serie B con i quali “scherzare” o “giocare”, o peggio ancora, qualcuno pensa che basta vandalizzare un targa per cancellare la memoria di migliaia di italiani infoibati, per mano del dittatore sanguinario comunista Tito, e di 350.000 nostri connazionali costretti ad abbandonare il confine nord-orientale e la loro casa avendo l’unica colpa di essere italiani. 

Il mio ed il nostro impegno - continua Melone - è quello di vigilare affinché questi luoghi di ricordo abbiano il rispetto che meritano, se ne facciano una ragione i vili che con il favore delle tenebre pensano di cancellare la memoria, noi saremo sempre lì a raccogliere quella targa e a riporla al suo posto. Ho già parlato personalmente con il sindaco Bernardini, il quale si è reso disponibile all’immediata ricollocazione della targa. La politica ha il compito di unirsi di fronte a determinati accadimenti che devono riguardare non un parte politica, ma bensì tutto il popolo italiano. Altrimenti che memoria condivisa sarebbe?" Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero