Terni, Bandecchi "strappa" con la Regione: «Trasporti, facciamo da soli»

Terni, Bandecchi "strappa" con la Regione: «Trasporti, facciamo da soli»
IL CASO I vigilantes privati sono già in azione per le vie della città e presto dovrebbero circolare anche gli autobus "targati" Terni, che nei piani di...

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IL CASO

I vigilantes privati sono già in azione per le vie della città e presto dovrebbero circolare anche gli autobus "targati" Terni, che nei piani di Bandecchi sostituiranno quelli regionali di Umbria mobilità. Dopo la sicurezza privata a misura di ternano, il sindaco strappa anche sul trasporto pubblico locale, con l'intenzione di portare Terni fuori dalla rete regionale. Se nel primo caso Bandecchi ha fatto di necessità virtù, ma con soldi suoi visto che i vigilantes per i controlli notturni li paga Unicusano, nel secondo è lo scontro politico con Palazzo Donini sul terreno del regionalismo a innescare la scelta. «Gestiremo il trasporto locale da soli», dice il sindaco in risposta alla critica sollevata dall'assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche. «Una scelta folle, isolate Terni e farete danni», la dura critica di Melasecche. Un batti e ribatti che si è consumato per gran parte della giornata di ieri a colpi di post. «Sulla mobilità, dopo 10 anni che attendiamo una gara e si agisce in proroga ci sentiamo liberi di tutelare i nostri cittadini. Qualcuno piuttosto si preoccupi di portare a Terni il Frecciarossa», l'altra bordata di Bandecchi a indirizzo di Melasecche.

Tra un post e l'altro, non senza fatica, si riesca anche a entrare nel merito della decisione presa dal Comune di Terni. «Prenderemo i nostri 5 milioni che ci spettano e faremo la gara per gli autobus a Terni. Non leviamo niente a Melasecche, stia calmo altrimenti tiriamo fuori tutti i cassetti», minaccia Bandecchi. In sostanza, Terni esce dalla holding regionale dei trasporti Umbria mobilità dove confluì anni addietro con la vecchia municipalizzata Azienda trasporti comunali, che è oggi in liquidazione. Lo può fare? A sentire il vicesindaco Riccardo Corridore sì. Lo ha spiegato una decina di giorni fa citando norme europee che danno ragione al Comune di Terni in virtù dei ritardi che la Regione ha accumulato in questi anni nel predisporre la gara. «Sono oltre 10 anni che la Regione obbliga i Comuni ad agire in regime di proroga nonostante la normativa europea ne impone il limite inderogabile di due anni», entra nel dettaglio l'assessore comunale ai trasporti Marco Iapadre. E tra le ipotesi c'è quella che vedrebbe in campo la partecipata Terni Reti quale soggetto per organizzare il trasporto pubblico locale, dal bando al servizio. Un ritorno al passato, agli anni dell'Atc per capirci, che potrebbe creare anche un effetto domino sulle altre amministrazioni comunali che sacrificarono le partecipate dei trasporti per entrare nel progetto Umbria mobilità. Uno scenario che l'assessore Melasecche critica duramente: «Terni se esce dal trasporto pubblico locale dell'Umbria andrà a rimetterci molto, sotto ogni punto di vista. A Terni saremo costretti a rimediare agli errori che qualche furbacchione vorrebbe farci fare».

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Il Messaggero