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Avanti così e con l'entusiasmo. Anche quello che può dare l'aver vinto in casa un derby al quale i tifosi tengono. Per andare avanti e fare bene, si può cavalcare pure l'onda di quel risultato, evitando però pressioni eccessive. Un augurio, ancor prima che un'analisi, da un illustre ex allenatore della Ternana, Mario Beretta. Questa Ternana che dopo sei giornate è sesta in classifica, riporta alla mente proprio il passato e anche la sua, di Ternana. Da quando la serie B assegna 3 punti alla vittoria, si è stati così in alto dopo 6 turni solo 5 volte, anche se in nessun caso sono poi arrivati risultati finali eclatanti. Meglio di Cristiano Lucarelli, per ora, hanno fatto Attilio Tesser nel 2014 (ma poi si ritrovò nelle zone medio-basse) e Andrea Agostinelli nel 2000 che erano quinti. Beretta, però, non solo eguagliò nel 2022 Vincenzo Guerini che nel 1999 era terzo dopo 450 minuti, ma detiene pure il "mini-record" di un primo posto l'anno successivo. «Il primo anno - ricorda Beretta, ora consigliere federale e docente a Coverciano - avevamo tanto entusiasmo. Eravamo stati appena ripescati in serie B e tanti calciatori, rimasti dall'anno prima, volevano riscattarsi. Arrivammo ottavi, ma ce la giocammo fino alla fine». Analogie, con la Ternana di oggi? «Non proprio. Sono passati vent'anni. Un'era geologia, praticamente. Il calcio è cambiato molto, rispetto ad allora. Però, credo che se questa squadra saprà restare costante e andare avanti con il suo entusiasmo, potrà fare bene. La serie B, quest'anno, è un campionato pazzesco. Almeno dieci square possono ambire a salire in serie A. Entrare nelle prime 8 posizioni sarebbe già un traguardo importante». Invece, il secondo anno, nonostante la squadra capolista dopo 6 partite, finì male. Si stazionò a lungo ai vertici, ma si precipitò a metà classifica, anche a causa del crack societario. Beretta venne poi esonerato. «Girammo la boa secondi, se non sbaglio. Poi, però, venne fuori una serie di problemi, tra stipendi non pagati e la società che sparì totalmente. Tanti pasticci, che rovinarono tutto. Ma io, in quelle due annate a Terni, ho avuto calciatori importanti, molti dei quali arrivati in serie A. Tanti di loro, oggi, si sono fatti strada pure come allenatori e dirigenti».
Il Messaggero