Ast, partita la "fase uno" della vendita delle acciaierie

Ast, partita la "fase uno" della vendita delle acciaierie
TERNI La trattativa per la vendita di Ast è entrata in una fase importante, quella in cui le aziende che sono concretamente interessate possono accedere ad un serie di...

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TERNI La trattativa per la vendita di Ast è entrata in una fase importante, quella in cui le aziende che sono concretamente interessate possono accedere ad un serie di informazioni che solitamente sono riservate, per valutare bene il valore dell’azienda e la sua situazione economico-finanziaria. Lo ha confermato l’amministratore delegato Massimiliano Burelli ai sindacati che avevano chiesto un incontro per conoscere a fondo la situazione che ha anche spiegato che sarà Jp Morgan a stabilire i criteri per valutare l’offerta migliore di vendita e che questa fase della trattativa durerà tra trenta e sessanta giorni. Poi la proprietà valuterà concretamente le offerte che verranno fatte. Un ruolo di marcia in ritardo rispetto alle aspettative: in questo modo non sarà facile che il passaggio di consegne avvenga entro l’anno fiscale.


A smuovere le acque due giorni fa anche Antonio Marcegaglia, che da sempre si è detto interessato, insieme alla sorella Emma ad acquistare il polo siderurgico di Terni, e che, durante un seminario con gli esperti di Siderweb ha confermato di aver avuto al data rooms di Acciai speciali Terni.

«Il nostro interesse si fonda su un solido piano industriale - ha detto Marcegaglia - consumiamo circa 500mila tonnellate di acciaio inossidabile all’anno e il 30 per cento arrivano da Terni. Inoltre abbiamo un progetto anche per delle lavorazioni di acciaio al carbonio. Credo anche che sia un valore che l’azienda resti italiana. Noi abbiamo le risorse economiche e manageriali per poter dire la nostra». Frasi così chiare fanno intendere ancora meglio che l’intento di Marcegaglia, che già la scorsa primavera venne a Terni, a incontrare il sindaco Latini rassicurandolo sulla serietà delle intenzioni del gruppo, è quello di prendere le acciaierie probabilmente con una cordata italiana e di andare a costituire un polo siderurgico tricolore. Margegaglia e Arvedi sono sicuramente due aziende interessate ad acquistare Ast. Il Ceo Burelli ha sempre detto che gli interessamenti sono stati tanti: i rumorors hanno indicato la coreana Posco, i cinesi di Baostell ma non è escluso che si siano avvicinati anche dei fondi finanzari. Il ceo di Thyssenkrupp Italia, Burelli, aveva a suo tempo frenato gli entusiasmi di Marcegaglia, sottolineando proprio come non ci fossero ancora interlocutori privilegiati e la corsa fosse ancora aperta. Ora gli interessi devono però trasformarsi in offerte e vedremo chi resterà sulla piazza. Intanto ieri in Senato è stato approvato un ordine del giorno di Fratelli d’Italia con cui il governo si impegna a tutelare il comparto della siderurgia italiano come settore strategico e ad affrontare il tema dell’industria italiana finalmente con prospettive di lungo periodo.

 

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Il Messaggero