Ast in vendita, la Thyssen: «Dobbiamo tagliare i costi», Terni trema I sindacati: «Un salto nel buio»

TERNI «Dobbiamo tagliare i costi e migliorare la performance in tutte le nostre divisioni aziendali»: L'amministratore delegato di Thyssenkrupp, Martina Merz, lo...

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TERNI «Dobbiamo tagliare i costi e migliorare la performance in tutte le nostre divisioni aziendali»: L'amministratore delegato di Thyssenkrupp, Martina Merz, lo ha ribadito in una conference call anche ieri 19 maggio, il giorno dopo l'annuncio del gruppo tedesco di voler mettere sul mercato Acciai speciali 

Terni, o in alternativa trovare un partner. «Siamo diventati di nuovo un'azienda non strategica per Tk, non ci aspettavamo questo annuncio» spiega Massimiliano Catini, operaio e rappresentante rsu della Fiom Cgil. «Non penso - aggiunge - che ci siano investitori disposti a comprare le acciaierie di 

Terni, la mia paura più grande è la chiusura dello stabilimento, forse non subito, se non interverrà il Governo con una golden share». Una preoccupazione, quella del depotenziamento del sito, che viene da lontano, dal 2011, anno del primo tentativo di Tk di mettere in vendita Ast, ma che - sottolinea il segretario della Fim Cisl di  Terni, Simone Liti - «oggi si ripresenta in maniera ancora più prepotente, visto che il contesto storico non aiuta questa nuova fase di transizione». Lo scenario, per Liti, è quello «di un salto nel buio». «Abbiamo attivato da subito tutti i canali istituzionali per chiedere incontri ai massimi vertici» aggiunge il sindacalista, che sottolinea inoltre come «si ponga il problema del confronto con i lavoratori, limitato dalle misure anti-Covid». Intanto oggi si riuniranno rsu e segreterie territoriali dei metalmeccanici, che invece nel pomeriggio hanno incontrato il sindaco di Terni, Leonardo Latini. Dai sindacati è stata inviata dai una richiesta a prefettura e Regione per l'attivazione di un tavolo. Saranno poi i sindacati nazionali a sollecitare una convocazione a livello nazionale. «Il Governo - sottolinea Gianni Venturi, segretario nazionale della Fiom - intervenga non solo per sostenere il futuro dei lavoratori di Ast, ma per aprire un tavolo di confronto del settore siderurgico, in cui la produzione degli acciai speciali rimane un asset strategico decisivo». Stessa richiesta da parte del segretario Fim Cisl, Valerio D'Alò, che oltre a ricordare come l' Ast rappresenti il 15% del pil regionale, mette in guardia: «La pandemia non sia un alibi». Per Cgil,Cisl e Uil dell'Umbria la multinazionale deve sospendere la procedura.«Mettere sul mercato  Ast in questo momento - dicono - appare come una vera e propria fuga di fronte alle difficoltà».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero