Terni. Rumors dal ministero: «Ast, accordo firmato». Intanto c'è il nodo dei fucinati

Terni. Rumors dal ministero: «Ast, accordo firmato». Intanto c'è il nodo dei fucinati
I rumors che arrivano dal Mimit vanno tutti nella stessa direzione:...

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I rumors che arrivano dal Mimit vanno tutti nella stessa direzione: l'accordo di programma tra il Mimit e le acciaierie ternane sarebbe andato a buon fine: la firma ci sarebbe stata venerdì scorso, dopo un incontro cominciato giovedì per mettere a punto un accordo e una road map alquanto complessa. Conferme ufficiali non ce ne sono: dovrebbero arrivare nelle prossime ore se tutto è andato buon fine. E, d'altra parte, Ast ha bisogno di ripartire e di vedere mantenute le promesse che un anno fa la nuova proprietà fece al momento dell'acquisto. I problemi da risolvere non mancano: oltre a quelli legati alla produzione, anche il settore dei fucinati, a quanto si è appreso, è in sofferenza. Cilindri e rotori, una volta colati e lavorati, devono essere spediti. A causa dei continui lavori e i cantieri sul raccordo, della scarsa solidità di ponti e viadotti, il mancato completamento dell'ultimo tratto della Orte-Civitavecchia, della bretella di san Carlo e del collegamento con la piattaforma logistica, la spedizione dei fucinati si è dovuta spostare su ferrovia. E se questo da un lato è positivo per quanto riguarda la mobilità alternativa e le ripercussioni negative sull'ambiente, per materiali di media e grande dimensioni significa spedizioni complicate e costose, che si possono fare solo in determinate circostanze.

I RITARDI

Tutto ciò implica che se si deve fare una consegna, pur rispettando i tempi di lavorazione, si rischia di inviarla in ritardo. Nella precedente gestione l'amministratore delegato di Ast Massimiliano Burelli aveva ideato un processo complesso per far viaggiare il 60 per cento dei fucinati su treno con quattro partner ferroviari e la prospettiva era di arrivare al 100 per cento. Una soluzione messa nel cassetto da questa proprietà, con una mentalità completamente diversa. «Nonostante gli sforzi per mantenere il titolo di città della manifattura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico - evidenzia il segretario regionale della Cisl Riccardo Marcelli - Terni rischia di essere depotenziata a causa delle infrastrutture obsolete. La politica e le istituzioni, se ci avessero dato ascolto, avrebbero potuto cogliere l'occasione con l'accordo di programma di Ast per fare una sorta di patto di territorio in cui inserire anche il tema delle infrastrutture che potevano essere utili non solo all'acciaieria, ma a tutto il tessuto economico del comprensorio e della regione». «Si è fatto molto poco - rincara il segretario dell'Ugl Daniele Francescangeli - ad esempio non si è completata la piastra logistica Terni-Narni da dove potrebbero partire vagoni carichi di merci ad un costo più basso. Sarebbe strategica. La questione infrastrutture è di interesse di tutta la città. Ast non ha alcun tipo di responsabilità, anzi è stata penalizzata sotto l'aspetto dei trasporti. La competenza è comunale, provinciale, regionale, statale. Quali progetti ha in atto il Comune su questo versante? Noi siamo sempre pronti al confronto per affrontare questi temi».


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Il Messaggero