Assistenti sociali, confronto e analisi sul codice deontologico che si rinnova

Un momento della conferenza digitale promossa dall'Ordine Assistenti Sociali Umbria
PERUGIA - Sono stati più di 150 i partecipanti al primo webinar del Consiglio Regionale Umbria degli Assistenti Sociali, in sinergia con la Scuola Umbra di Amministrazione...

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PERUGIA - Sono stati più di 150 i partecipanti al primo webinar del Consiglio Regionale Umbria degli Assistenti Sociali, in sinergia con la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, per analizzare il nuovo Codice Deontologico 2020 dell’assistente sociale. Un testo arricchito e adeguato alla società di oggi, che sarà oggetto di un monitoraggio nei prossimi mesi per verificare l'impatto sulla professione.


IMPEGNO IN EMERGENZA Aperto dai saluti di Cristina Faraghini, presidente regionale, il seminario web ha visto la partecipazione del presidente nazionale Gianmario Gazzi che ha marcato l’impegno della professione durante l’emergenza Covid-19: “Non ci siamo mai fermati neanche durante il lockdown, abbiamo dimostrato di essere una professione rilevante in questa fase di emergenza e non per raccogliere medaglie, ma ci siamo stati per le persone e le comunità”. Così hanno fatto gli assistenti sociali anche in Umbria, come evidenziato da Edi Cicchi (consulta Welfare dell’Anci regionale). «Il lavoro degli assistenti sociali è profondamente dinamico e flessibile, ne è stata data prova durante l’emergenza in cui la professione ha dovuto reinventarsi e sperimentarsi in modalità di aiuto e di sostegno alle persone del tutto nuove».

IL NUOVO CODICE Sul nuovo Codice Deontologico, composto da 86 articoli, dai vertici dell’Ordine la soddisfazione per  «la manutenzione di un testo che rispecchiava la società del 2009 ma non del 2020». Apprezzamenti a questo proposito anche da altre realtà. Anna Maria Campanini, presidente dell’Associazione Internazionale delle scuole di Servizio Sociale, ha spiegato che il Codice «non risolve i dilemmi etici ma orienta e indica le scelte, dà una guida per prendere delle decisioni e delle soluzioni che vanno cercate». La coordinatrice del corso di Laurea Triennale in Servizio Sociale e Magistrale in Programmazione delle Politiche Sociali dell’Università di Perugia, Maria Giuseppina Pacilli, ha evidenziato soprattutto l'aspetto del «cambio di linguaggio, il passaggio da utente a persona, che non è solo un cambiamento linguistico ma rappresenta un modo ulteriore per riconoscere piena umanità ai soggetti con cui si lavora”. Tutto grazie ad un lungo percorso compiuto per arrivare al nuovo testo, quasi due anni di lavoro “coinvolgendo la comunità professionale», ha precisato il presidente della Commissione Etica e deontologia del Cnoas Claudio Pedrelli.


UN MONITORAGGIO Anche a livello locale si apre ora una nuova fase, quella di verifica degli effetti del testo. Sarà infatti avviato un «monitoraggio che verrà fatto nel corso dei prossimi mesi per valutarne l'impatto e riportano i vari aspetti innovativi del nuovo codice», hanno detto i consiglieri Croas Umbria Michela Bartolini e Jonathan Volpi, che parlano di uno strumento «più esaustivo negli aspetti costitutivi della professione, più attuale e maturo nei contenuti del linguaggio e che definisce in modo più approfondito il rapporto con altri professionisti, introducendo anche il tema ambientale. Da Ivan Paci, membro del Consiglio territoriale disciplinare, l’appello «all’importanza della responsabilità degli iscritti verso la professione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero