ASSISI - Da anni prendeva di mira le auto dei tartufai rivali: la polizia lo ha denunciato. Stando alla raffica di denunce e...
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Stando alla raffica di denunce e le segnalazioni raccolte dal commissariato di Assisi, l'uomo aveva creato una sorta di "inviolabilità" per la riserva faunistica di San Gregorio. Chi passava o parcheggiava da quelle parti aveva praticamente la certezza di trovare l'auto danneggiata, gli pneumatici squarciati o addirittura, in alcuni casi, con l’impianto frenante in avaria.
Utilizzava chiodi da carpentiere lunghi 10 centimetri, termosaldati per formare dei veri e propri marchingegni a forma di “L” o a “croce” a volte piantati e disposti in fila su tavolette in legno, nascoste in modo da non essere viste dagli automobilisti. Sul caso hanno lavorato gli investigatori del commissariato di Assisi, diretti dal commissario capo Francesca Di Luca e coordinati dall’Ispettore Valter Stoppini. Si era creata una vera e propria psicosi. Gli approfondimenti investigativi eseguiti dagli agenti li hanno portati a bussare alla porta di un cacciatore assisano, con il pretesto di un normale controllo alle armi da caccia regolarmente denunciate e detenute dallo stesso. Tra i vari fucili e carabine, regolarmente custoditi è spuntata un'arma lasciata nell’abitazione del figlio. L'uomo aveva anche in casa un numero di munizioni molto più alto rispetto a quello che poteva possedere. Ma nei controlli i poliziotti hanno trovato anche strani chiodi, a forma di “L” e di “croce”. L’uomo ha inutilmente e goffamente cercato di spiegare alla Polizia di averli raccolti in quella zona: ma in casa aveva un vero e proprio "arsenanle" pronto all’uso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero