Assisi, centro massaggi a luci rosse denunciati due cinesi

Assisi, centro massaggi a luci rosse denunciati due cinesi
ASSISI - Quel centro massaggi era finito in un sito Web di "incontri": la polizia lo ha tenuto a lungo sotto controllo, poi è scattato il blitz. ...

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ASSISI - Quel centro massaggi era finito in un sito Web di "incontri": la polizia lo ha tenuto a lungo sotto controllo, poi è scattato il blitz.


Denunciate due persone, un uomo e una donna per sfruttamento della prostituzione.



Fondamentali sono state le ricostruzioni investigative effettuate grazie alla collaborazione dei numerosi clienti. Tutti i clienti ascoltati, certamente interessati al massimo riserbo ma proprio per questo motivo estremamente precisi nei racconti, hanno illustrato quello che accadeva all’interno: l’accoglienza era curata da una donna cinese la quale personalmente, o tramite una sua collaboratrice, provvedeva a farli accomodare in una della 4 stanzette “dedicate” alle prestazioni, per poi eseguire un normale massaggio. Il trattamento estetico poteva concludersi come tale oppure, a scelta esplicita dell’interessato, pagando una somma extra, poteva essere “completato” con un rapporto sessuale.



Ovviamente, il tariffario del centro estetico si basava sul diverso genere di prestazioni erogate: dai 30 ai 70 euro, in base a come esse si concludevano.

All’interno del centro massaggi, gli investigatori hanno trovato due clienti in cerca di relax, i quali, entrambi, hanno poi dichiarato di essere stati interrotti sul più bello di un rilassante massaggio “romantico”, una donna cinese, tale W.A., del 73, titolare del centro estetico, e la sua dipendente, tale H.S., del 76, anch’essa cinese. Il loro rapporto di lavoro subordinato, però, risulterà essere semplicemente la copertura di un vero e proprio sfruttamento della prostituzione. Il loro rapporto di lavoro subordinato, però, risulterà essere semplicemente la copertura di un vero e proprio sfruttamento della prostituzione. La giovane tra l’altro ha seri e invalidanti problemi di salute, condizione questa che di fatto rende ancor più grave la sua condizione di sfruttamento.



Alla “gestione di tale illecita attività” contribuiva anche il marito della titolare del centro (H.Q. cinese del ‘70), disoccupato, che si occupava della gestione del “marketing” dell’attività fornendo l’utenza telefonica cellulare per i clienti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero