Asd Athletic Amelia, una staffetta tutta d'oro. Pioggia di medaglie e «una passione che non invecchia»

Asd Athletic Amelia, una staffetta tutta d'oro. Pioggia di medaglie e «una passione che non invecchia»
Una pioggia d'oro sulla staffetta dell'Asd Athletic Amelia che al Campionato Italiano Fidal staffette a Salerno del 21-22 maggio scorsi ha vinto tutto. Oro e titolo...

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Una pioggia d'oro sulla staffetta dell'Asd Athletic Amelia che al Campionato Italiano Fidal staffette a Salerno del 21-22 maggio scorsi ha vinto tutto. Oro e titolo italiano nella 4x100 categoria F50, 4x800 categoria F40 e staffetta svedese (100-200-300-400) categoria F40 (qui anche miglior tempo assoluto) e un bronzo nella 4x400 categoria F45. Patrizia Giannini, Alessandra Inghes, Stefania Rulli, Veronica Marchesini, Margherita Paolocci e Valeria Di Bartolomeo un dream team che, nonostante nella vita facciano tutt'altro, il sogno e l'adrenalina di correre in pista, se li tiene stretti. Con orgoglio, tenacia, ma soprattutto «quella volontà -come dice Patrizia - che ti fa correre più delle gambe». Un storia comune, aver iniziato a correre da ragazze, poi un periodo di allontanamento più o meno lungo. Il lavoro, la famiglia, la vita. Ma a un certo punto, tutte, non hanno resistito al richiamo di quei 400 metri di terra rossa e, proprio quando di solito gli atleti quelle scarpe le appendono al chiodo, loro ci hanno soffiato sopra un pò di allegria e con la leggerezza degli anta hanno ricominciato a correre. E a vincere. «Da che ricordo e dai racconti dei miei - racconta Veronica Marchesini- da quando ho imparato a stare in piedi ho iniziato a correre perché già da piccola la corsa era pura gioia. Poi crescendo a un certo punto mi sono persa. Ora, è un po’ come ritrovarmi e anche se sono stanca la voglia di rifugiarmi in quella mia dimensione intima è talmente forte da superare tutto». Una terapia, uno sfogo, una soddisfazione personale, per queste donne la corsa, le gare, hanno assunto i contorni di una sfida con se stesse che va ben al di là del risultato.

«Perché lo faccio? - dice Margherita - Per liberare quella sana dose di follia necessaria per sfidare me stessa, perché spero di invecchiare meglio e più tardi, perché sono convinta che si può essere giovani anche e soprattutto di testa e di spirito». Uno stato emotivo, che a volte, per gli strani casi del destino, ti accompagna nelle occasioni che la vita te la cambiano. «Io corro perché amo correre -dice Stefania- e nei momenti di difficoltà anche solo indossare quelle scarpe, mi da serenità. Le stesse scarpe che mi hanno accompagnato a Calcutta il viaggio "più tutto" della vita, quello verso mio figlio». Su tutte, a regnare sovrana c'è lei, la squadra. «Quella che ti sprona e non ti molla - spiega Margherita - quel "luogo" dove una singola gioia, condivisa si moltiplica ma una fatica condivisa spesso neanche si sente!». Una ballata, fatta di sogni, angosce e traguardi. «Ce lo domandiamo spesso “chi ce lo fa fare” - arriva Patrizia - soprattutto quando gli allenamenti sono duri, o è tanto caldo o tanto freddo o siamo stanche da tanti impegni. Ma fa parte della nostra quotidianità come può esserlo un caffè con là amiche la mattina o la passeggiata con il cane. Da fuori può sembrare strano ma la realtà è che la passione non invecchia e poi.... per le emozioni, le risate, i disagi e le peripezie... beh per quello scriveremo un libro a 12 mani!».

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Il Messaggero