L'arte contro il Covid-19, a Narni nasce il movimento ArteFatte

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Quello nato sulla pagina facebook ArteFatte è una sorta di movimento artistico anti-covid, che si basa su valori, creatività e cuore. A Narni, mamme e nonne, tutte impegnate nel volontariato, costrette a restare a casa per la quarantena, si sono unite grazie all’arte e alla voglia di fare insieme. Hanno iniziato a realizzare simulazioni di opere pittoriche importanti seguendo l’input dei grandi maestri, da Dalì a Modigliani, fino ad artisti moderni, come Francesco Musante. Rappresentazioni fotografate e assemblate il cui risultato finale ha generato una simmetria dell’immagine tra l’opera d’arte e quella ArteFatta. Le donne ArteFatte, oltre ad essere quasi tutte mamme e lavoratrici, ruotano tutte intorno al mondo volontariato in associazioni, nei terzieri, hanno un grande amore per propria la città e per gli animali, spesso protagonisti con loro nelle opere riprodotte. Gli uomini, mariti e figli, sono stati tirati dentro al progetto, ad eccezione di uno di loro che, per la festa del patrono cittadino, ha riprodotto l’immagine di San Giovenale. Su ArteFatte c’è la storia del cane Olivia, scritta e disegnata da mamma Elisabetta, con le figlie Beatrice e Bianca Maria, ci sono i piccoli lavori di manutenzione fatti nel Borgo di Schifanoia di Narni da mamma e figlia e il recupero di mobili e sedie. Del gruppo fanno parte donne che stanno lavorando alla sciarpa della condivisione e dell’accoglienza e scrivono racconti, che si occupano della raccolta alimentare, della distribuzione della spesa e delle mascherine alle famiglie, che fanno intrattenimento per i bambini. Un concentrato di buone pratiche e di passione per la creatività, per l’arte a 360 gradi, dalla pittura al teatro, dal canto al ballo, al cinema alla letteratura, e soprattutto di rispetto per i diritti del prossimo. “Appena possibile - promettono - oltre che su una pagina facebook, che resterà comunque attiva e pronta ad accogliere nuove ArteFatte, ci incontreremo in uno spazio all’esterno, pronte ad essere di sostegno a donne con problemi di fragilità”.
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Il Messaggero