Michele Arcaleni (Osservatorio sismico "Bina") :«Normale che la seconda scossa abbia superato la magnitido della prima, è già sucesso a Colfiorito '97. Attiva faglia poco conosciuta, nessun legame con Amatrice»

Michele Arcaleni, geologo del "Bina"
Michele Arcaleni è il geologo dell’Osservatorio sismico Bina di Perugia, braccio destro di padre Martino Siciliani. ...

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Michele Arcaleni è il geologo dell’Osservatorio sismico Bina di Perugia, braccio destro di padre Martino Siciliani.


Arcaleni, che significato ha la seconda scossa di giovedì sera, quella di magnitudo più alta rispetto alla prima del pomeriggio?
«Significa che non eravamo arrivati alla fase parossistica, cioè di massima energia. Non sappiamo neanche ora se l’abbiamo raggiunta oppure no».
Quindi, in caso di altre scosse, si può superare il 4.5 di giovedì sera?
«A livello storico quella faglia non ha mai dato origine a magnitudo superiori a circa cinque. Anche se non fosse stata raggiunta la fase di massima energia, se le cose dovessero rispettare gli ultimi duemila anni, non è detto che non possano raggiungere una magnitudo importante».
È normale che la seconda scossa possa essere più forte della prima?
«Assolutamente sì. È già successo nel 1997 a Colfiorito: la scossa della mattina è stata più forte di quella della notte. Non è detto che la prima sia quella di massima energia. Le due di giovedì sono scosse confrontabili, non c’è un’eccessiva differenza».
In termini di rischio e di danni quanto pesa la differenza tra le due scosse?
«Quando si sale di un grado Richter il terremoto è di 30 volte superiore. L’incremento si può misurare in termini di accelerazione sismica al suolo, è quello che determina le lesioni degli edifici».
Che dimensioni la faglia che si è attivata?
«La faglia di Umbertide non è ben conosciuta, ma non è di dimensioni enormi. Si presuppone abbia una struttura di dimensioni contenute visto le magnitudo massime espresse. La serie storica dice che solo nel 1865 c’è stata una magnitudo di 5. Ora siamo nello stesso ordine di grandezza. E nelle cronache di quel periodo non sono citati danni importanti».
Un po’ come è andata con le scosse di giovedì...
«Per esempio a Perugia, visto che abbiamo ricevuto tante chiamate dalla città, a una distanza di 29 chilometri dall’epicentro non può generare lesioni agli edifici. Lo ha fatto in strutture scadenti nella zona epicentrale»
Arcaleni, in questi giorni, i report dell’Ingv, hanno segnalato scosse in Valnerina, ad Amatrice e nella zona di Città di Castello. Cosa significa rispetto a Umbertide?

«Questo fa parte della normale attività di fondo che caratterizza la nostra regione. Anche prima di giovedì si è attivato un distretto a Fraccano di Città di Castello e ha dato origine a una decina di terremoti di magnitudo contenuta e staccati da quelli di Umbertide. Stessa cosa vale per la Valnerina. Questi distretti sismici si attivano a prescindere dalla faglia di Umbertide. Non mi permetterei di associare questa piccola faglia alla grande faglia di Amatrice. Le energie in gioco sono diverse. Il fenomeno può essere analogo, ma questa non è la struttura di Amatrice o L’Aquila». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero