Appuntamento con musica e parole al Clt di Terni: il maestro Mogol fa sold out ripercorrendo le canzoni di una vita

Terni- Un appuntamento con “Musica e parole” che ha fatto registrare il sold out alla biblioteca del Clt di Terni.  ...

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Terni- Un appuntamento con “Musica e parole” che ha fatto registrare il sold out alla biblioteca del Clt di Terni. 

Così il maestro Mogol ha voluto regalare al pubblico i suoi testi accompagnati dai musicisti Giuseppe Barbera e Massimo Satta e dalle voci di Gianni Neri e sua figlia Veronica, tutti ex allievi del Cet di Toscolano.
Momenti di musica con un grande coinvolgimento del pubblico, accompagnati dai racconti di aneddoti legati alle canzoni più famose del paroliere che vanta la firma di 523 milioni di copie vendute.
Che corrispondono ad un terzo posto in classifica per le vendite - prima di lui solo i Beatles ed Elvis Presley. Persino Michael Jackson non è riuscito a batterlo.
Mogol ha voluto donare al pubblico del Circolo lavoratori di Terni una vera e propria lezione di scrittura di canzoni.
«Non è difficile come sembra - ha detto- basta riuscire a capire cosa ti vuole trasmettere la musica e il suo ritmo. Le parole poi vengono da sé. 
La cosa più importante è raccontare la verità perché la gente è professionista della vita e capisce quando stai parlando di qualcosa di inventato, che non esiste».
Emozioni che hanno voce. Perché «quello che penso, lo scrivo» ha aggiunto Mogol.
Dalla canzone dedicata a sua moglie, che ha trent’anni meno di lui, ai dubbi per la definizione di quella famosa giornata "uggiosa", termine che si è dovuto sudare perché «non adatto per una canzone».
«La ricompensa più bella - ha scherzato al riguardo - è stata fermarsi a mettere benzina in un distributore a Roma e incontrare un benzinaio che mi ha esclamato: ammazza oh, che giornata uggiosa!»
Il maestro ha poi voluto ricordare alcune delle collaborazioni più grandi che la vita gli ha strappato via troppo presto: quella con Lucio Battisti, morto a 54 anni e quella con Mango, «così signore da scusarsi con il pubblico prima di accasciarsi sul palco e morire».

Riguarda proprio Lucio Battisti l'aneddoto più toccante che Mogol ha voluto ricordare: «Non mi crederete ma la canzone Arcobaleno me l'ha mandata lui dal cielo. Un giorno mi è arrivata la richiesta di una professoressa di Barcellona, che fa la medium e che non conoscevo, di scrivere una canzone intitolata l'arcobaleno. E così sono nate musica e parole, me le ha dettate lui. Da quel giorno l'arcobaleno mi viene spesso a trovare ed io so che è Lucio a mandarmelo". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero