«Voglio solo riabbracciare mia madre». Parte da Orvieto un appello al Governo per riaprire le visite nelle Rsa

«Voglio solo riabbracciare mia madre». Parte da Orvieto un appello al Governo per riaprire le visite nelle Rsa
Dal mese di febbraio non ha più visto la madre da vicino, l'ha potuta vedere in video chiamata e sentirla via telefono, ma non più da vicino. Stefania Baccello,...

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Dal mese di febbraio non ha più visto la madre da vicino, l'ha potuta vedere in video chiamata e sentirla via telefono, ma non più da vicino. Stefania Baccello, orvietana, ha la madre di 87 anni ospite di una struttura protetta e per poterla riabbracciare, almeno domenica, festa della mamma, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Mario Draghi e a tutte le istituzioni che è riuscita a contattare perché «nessuno – afferma - da mesi, si è preoccupato di inserire nei nuovi decreti delle norme che regolino le visite dei parenti agli ospiti delle Rsa alla luce dei vaccini fatti e delle seppur parziali riaperture.»

La signora Baccello, orvietana, classe 1937, non più totalmente autosufficiente, cinque anni fa, dopo essere rimasta vedova e dopo un intervento chirurgico importante, ha deciso di vivere ospite della “Casa Natività di Maria” di Morrano, una frazione del comune di Orvieto. «In questi anni – spiega la figlia Stefania - non le abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza e la nostra vicinanza, facendole sentire tutto il nostro amore. Questo anno di pandemia ci ha tenuti lontani come non mai. Abbiamo compreso e accettato, perché sapevamo che era per la tutela della sua salute, le restrizioni. La creazione di una “sala degli abbracci” è stata per tutti (degenti e familiari) una boccata d’ossigeno che ci è stata tolta però in breve tempo causa ulteriori decreti ancora più restrittivi. Da febbraio infatti non è più operativa. Ma questo isolamento prolungato fa male a mia madre come agli altri – dice Stefania – nonostante gli sforzi degli operatori. La sensazione negli anziani è di essere stati abbandonati dai propri cari – aggiunge Stefania - quella delle loro famiglie di essere stati abbandonati dalle istituzioni.»

Così Stefania ha scritto a tutti in cerca di risposte. «Siamo più che consapevoli che sia contro natura separare gli affetti, specie negli anziani – dicono dalla struttura di Morrano – abbiamo fatto di tutto per loro, avendo sempre come obiettivo la loro tutela. Abbiamo comperato nuovi tablet, abbiamo predisposto una “stanza degli abbracci”, un panello divisorio in plastica con i fori guidati per l'inserimento delle braccia – spiegano – ma poi sono arrivate le restrizioni. A quelle ancora ci atteniamo – spiegano – non abbiamo comunicazioni ufficiali dalla Regione, né dal Distretto Sanitario per poter tornare ad aprire. Lo faremo con il cuore in mano appena ci sarà consentito.»

La “Casa Natività di Maria” di Morrano non ha avuto casi Covid tra gli ospiti, che sono tutti già vaccinati. Può ospitare 40 persone non autosufficienti in regime di struttura protetta e 8 persone autosufficienti in modalità gruppo-appartamento. Sono 30 gli operatori che si occupano degli ospiti. «Chiediamo solo di poter riabbracciare i nostri cari – dice Stefania – seppur attraverso un telo di plastica, ma di farlo dal vivo, un tablet non basta più. Noi e loro abbiamo bisogno di vederci e parlarci da vicino, seppur con tutte le precauzioni del caso.»

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Il Messaggero