Andreazzoli avvia il 'revamping' rossoverde ma il cambio di Falletti fa discutere

Andreazzoli avvia il 'revamping' rossoverde ma il cambio di Falletti fa discutere
Marino Defendi che è «il nostro capitano», Luca...

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Marino Defendi che è «il nostro capitano», Luca Ghiringhelli che ha bisogno di ritrovare minuti nelle gambe, Fabrizio Paghera che lo guarda persino sbalordito. Fino a Samuele Spalluto che sembrava destinato quasi a un ruolo di spettatore non pagante di partite e allenamenti in attesa di tornare alla Fiorentina a gennaio. Aurelio Andreazzoli, in tre gare dirette, ha tolto un po' di polvere da alcuni calciatori, ha dato un po' di olio ai loro ingranaggi ed ha girato la chiavetta per ridare loro la carica. Il nuovo allenatore della Ternana sta riproponendo in campo calciatori visti poco dall'inizio del campionato. Gli ultimi due sono stati a Bolzano Defendi e Paghera. Il primo, al Druso, si è rivisto da titolare, dopo un inizio stagione in cui era partito dall'inizio solo contro il Cosenza e aveva giocato poi frammenti di partite con Modena, Palermo e Spal. E rieccolo pure con la fascia di capitano, fin lì indossata da Antonio Palumbo. Defendi, d'altra parte, è sempre stato "il" capitano di questa Ternana. E il ruolo, glielo ha subito riconosciuto proprio Andreazzoli. «Per me, il capitano è lui», aveva detto subito dopo il suo arrivo. Mettendoci pure una battuta di spirito a lui rivolta: «Quando lo ho conosciuto, lo ho invitato a venirmi a salutare, dicendogli che siamo quasi coetanei». Paghera, invece, già utilizzato a Venezia e anche lui con poco minutaggio in tutto l'autunno, ha giocato tutto il secondo tempo al posto di Cesar Falletti ed è andato a fare il trequartista, anche se Andreazzoli ha ammesso che questa scelta aveva sbalordito pure il giocatore stesso. Un cambio che ha fatto discutere ed ha lasciato perplessi anche tifosi e addetti ai lavori. Anche Ghiringhelli, titolare solo a Modena e subentrato contro Parma, Cittadella e Benevento, ha avuto il suo momento contro il Cagliari, in occasione del quale il tecnico ha così spiegato la scelta: «Ho un gruppo di giocatori che devo vedere, valutare e scoprire. Solo così, posso capire. Lui è uno di quelli che avevo bisogno di vedere in campo, per fare una valutazione. Per me, funziona così». Occhi di riguardo pure ai giovani della squadra. Anche in questo caso, a quelli che erano stati meno utilizzati. Spalluto, ma anche Garbriele Capanni spesso frenato da problemi fisici e Pietro Rovaglia provato nel secondo tempo a Venezia. «I giovani - dice di loro l'allenatore - sono bravi. Non hanno l'esperienza dei più grandi, ma solo perché questi ultimi se la sono fatta strada facendo. Anche ai giovani, dunque si deve dare modo di costruirsi la loro, di esperienza. Allora, se fanno esperienza danno tanto, perché i giovani danno sempre qualcosa in in entusiasmo, brillantezza e libertà mentale». Ma in sintesi, quello che sta facendo Andreazzoli in questa prima fase del suo lavoro sulla panchina della Ternana è strettamente legato non solo alla valutazione di ciascun elemento, ma anche al coinvolgimento di più calciatori possibile. Lui stesso, da quando è arrivato, ripete sempre la stessa cosa, che la dice lunga sul suo concetto di gruppo: «Io voglio gratificare tutti e dare la possibilità a tutti di sentirsi importanti e partecipi alla causa. Solo in questo modo, si può fare qualcosa di importante».

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Il Messaggero