Amelia, rubano in una scuola elementare e poi restituiscono la refurtiva. I bambini scrivono ai ladri: «Non si ruba, ma grazie per averci riportato le cose»

Amelia, rubano in una scuola elementare e poi restituiscono la refurtiva. I bambini scrivono ai ladri: «Non si ruba, ma grazie per averci riportato le cose»
AMELIA Ritrovata la refurtiva nei bidoni della spazzatura. I bambini scrivono ai ladri «grazie per averci riportato le cose». ...

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AMELIA Ritrovata la refurtiva nei bidoni della spazzatura. I bambini scrivono ai ladri «grazie per averci riportato le cose».

La buona e davvero inaspettata notizia è arrivata dalla scuola primaria ieri mattina quando l'operatore ecologico, aprendo uno dei contenitori per la raccolta differenziata posizionati all'esterno dell'edificio, ci ha trovato dentro tutto quanto era stato sottratto la notte precedente. I cinque i computer portatili, il video proiettore e perfino i duecentocinquanta euro in contanti.

Il bidone bianco. «Abbiamo un bidone con il coperchio bianco - ha spiegato la preside Graziella Cacafave- che è di supporto e non viene praticamente mai utilizzato. Ogni tanto però, gli operatori della Cosp che vengono a ritirare i rifiuti lo aprono per controllare. Stamattina (ieri ndr) è successo questo. La buona notizia della buona notizia -precisa- è che il materiale è tutto funzionante. Per quanto riguarda i soldi, erano nascosti dentro la custodia del videoproiettore, evidentemente i ladri non l'hanno aperta e non se ne sono accorti». La bella scoperta ha provocato nella piccola comunità scolastica, e non solo, quasi la stessa sensazione, in positivo stavolta, che aveva innescato la notizia del furto. Soprattutto da parte dei bambini che hanno subito pensato ad un ravvedimento dei ladri tanto da decidere di scrivergli delle letterine di ringraziamento, una da parte di ogni alunno della prima classe. Le buste, colorate e personalizzate da ognuno, sono state poi attaccate su un pannello appeso al cancello di ingresso.

Un messaggio corale, fermo e deciso nel rifiutare il gesto del rubare in quanto tale, ma senza puntare il dito o accusare nessuno, anzi dimostrando in qualche caso addirittura empatia verso questi sconosciuti che si sono intrufolati a tradimento in quella che i bambini considerano a tutti gli effetti la loro seconda casa.

«Cari ladri» -così hanno iniziato praticamente tutti il proprio piccolo testo- «è il momento di smettere di rubare- ammonisce Vale- grazie che ci avete ripensato».

Qualcuno di loro offre anche sostegno economico immaginando una situazione di difficoltà come Tito che non esita a metter mano al proprio salvadanaio. «Sono Tito -dice - vi do quattro euro io, se avete bisogno -precisa per non rischiare di vanificare gli sforzi-».

Qualcun altro, come Giulia, avanza l'unica domanda legittima «Perchè avete rubato? -scrive- comunque grazie per aver riportato tutto ma -si raccomanda- non fatelo più». Damiano immagina addirittura che i ladri abbiano voluto giocare ad una caccia al tesoro e sul foglio, oltre a ringraziare sentitamente per la decisione di restituire il maltolto, ci disegna tanto di mappa. Nella realtà, secondo gli inquirenti, sulla base di quanto verificato anche presso alcune altre attività visitate dai ladri la stessa notte, è probabile che i malviventi avessero preparato la refurtiva all'esterno dell'edificio con l'intenzione passare successivamente a ritirarla. Qualcosa o qualcuno deve averli "disturbati" costringendoli a rinunciare. Ma i bambini questo non lo immaginano e, per questa volta gli adulti sono tutti d'accordo, non c'è nessun bisogno di dirglielo.

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Il Messaggero