Amelia, nuovo ospedale: futuro incerto e (troppo) lontano

AMELIA - Quando volere (forse), non è potere. Potrebbe essere riassunto così l'incontro di martedì 28 luglio, quando sindaci del comprensorio amerino,...

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AMELIA - Quando volere (forse), non è potere. Potrebbe essere riassunto così l'incontro di martedì 28 luglio, quando sindaci del comprensorio amerino, dirigenti Asl, consiglieri regionali e privati cittadini si sono riuniti per discutere della situazione degli ospedali di Narni e Amelia e, soprattutto, del futuro del nuovo nosocomio comprensoriale. Secondo quanto dichiarato da tutti i rappresentanti istituzionali infatti, non è in discussione la volontà di realizzare il nuovo ospedale ma, nei fatti, nonostante sia stato già presentato il progetto esecutivo (per il quale sono stati spesi circa 1,5milioni di euro ndr), continuano ad esserci dei gravi impedimenti di ordine economico. Tanto che sia il commissario straordinario dell'Usl Umbria 2 Massimo De Fino che la consigliera regionale Eleonora Pace, durante l'incontro hanno dichiarato che si stanno cercando altre strade rispetto a quella tracciata nell'accordo di programma siglato nel 2017. Stando al documento, dei 59milioni di euro necessari per la costruzione dell'ospedale, 18 dovevano arrivare dall'ex articolo 20, uno dalla Regione e gli altri circa 40 ripartiti su un mutuo sottoscritto dalla Asl con una possibile rinegoziazione grazie all'alienazione del patrimonio. Ma i conti, secondo De Fino non tornano. Infatti, pur ammettendo che il piano finanziario è stato approvato dal nucleo valutazione investimenti pubblici sulla base della capacità di indebitamento dell'Asl (la norma dice che si può raggiungere il 15% del fatturato ndr), il commissario ha messo in luce le difficoltà che deriverebbero dall'obbligo di onorare un impegno del genere. "La norma dice che il mutuo deve essere estinto in dieci anni. Conti alla mano -ha spiegato-ne verrebbe fuori una rata da circa 2,2milioni. Una cifra -ha precisato- che non lascerebbe margini di manovra per investire in attrezzature e servizi territoriali a prescindere da quelli già in essere". Uno scenario apocalittico per un territorio che lamenta una carenza cronica di servizi e per il quale i suoi circa sessantamila abitanti si augurano da anni un'inversione di rotta. Senza contare che, considerata la longevità del progetto (in ballo da diversi decenni ndr), già prima di posare la prima pietra, si parla di possibili anacronismi rispetto a quanto pianificato sulla carta e le reali attuali necessità di un ospedale moderno ed efficiente. Non andrà meglio sul fronte dei due ospedali esistenti per i quali sarà messa in atto una radicale riorganizzazione all'insegna dell'ottimizzazione e della complementarietà che non prevede però un'implementazione dei servizi sanitari locali.


Anzi. A quanti speravano in un ritorno "ai tempi d'oro" del Santa Maria dei Laici e del suo pronto soccorso, non resta che rassegnarsi e accontentarsi di un centro di riabilitazione e lungodegenza che alleggerirà e velocizzerà il turnover della chirurgia ternana, di un punto di primo intervento attivo dalle 8 alle 20 e di un'ambulanza e un'auto medica dedicate h24 alle chiamate del 118. Stesso destino per Narni che però manterrà attive anche le sue tre sale operatorie per gli interventi di basso-media complessità. Unico barlume di speranza, la casa della salute. Una struttura in costruzione ad Amelia che dovrebbe essere terminata entro il 2021, nella quale dovrebbero trovare sede una serie di ambulatori specialistici e il punto prelievi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero