Amelia, il "ladro di bestseller" torna a casa. Per lui, obbligo di lasciare gli Stati Uniti e pagamento di 88mila dollari di risarcimento

Amelia, il "ladro di bestseller" torna a casa. Per lui, obbligo di lasciare gli Stati Uniti e pagamento di 88mila dollari di risarcimento
AMELIA Filippo Bernardini, il ventinovenne amerino imputato di aver assunto innumerevoli identità false per impossarsi dei manoscritti di autori famosi, può...

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AMELIA Filippo Bernardini, il ventinovenne amerino imputato di aver assunto innumerevoli identità false per impossarsi dei manoscritti di autori famosi, può tornare in Italia o in Inghilterra.

Secondo quanto riportato dal New York Times, nella sentenza pronunciata ieri, 23 marzo, il giudice lo avrebbe condannato all'espulsione dagli Usa e al pagamento di 88mila dollari in favore della casa editrice Penguin Random House a risarcimento delle spese legali sostenute nel processo contro di lui. 

Dopo l'arresto, avvenuto a New York l'8 gennaio 2022, Bernardini aveva ottenuto la possibilità dei domiciliari sotto sorveglianza a Manhattan, con l'obbligo di coprifuoco e braccialetto elettronico. 

 A seguito delle indagini era emersa una vera e propria rete internazionale messa in piedi dal professionista umbro per impossessarsi di monascritti inediti. 

Lo scorso gennaio, a quasi un anno esatto dall'arresto, Bernardini si era dichiarato colpevole in tribunale. Un'ammissione di responsabilità che lo esponeva alla possibilità di una condanna tra i 15 e i 21 mesi di carcere per il reato di frode telematica e al pagamento di un risarcimento. 

Ieri invece, la sentenza del giudice ha confermato la pena pecuniaria ma ha scongiurato il carcere limitandosi all'obbligo di lasciare l'America alla volta dell'Italia, suo paese d'origine, o dell'Inghilterra, dove risiedeva prima dell'arresto. 

Impiegato alla casa editrice Simon & Schuster, a Londra, Bernardini portava avanti il suo piano da quasi sei anni. 

Uno schema tanto semplice quanto ingegnoso che aveva finito per destabilizzare l'editoria mondiale. Creando ogni volta un falso indirizzo email di qualche editore, Bernardini inviava direttamente agli autori o ai loro agenti richiesta di poter visionare le ultime bozze del loro lavoro. In questo modo aveva ottenuto in anteprima i testi di libri di autori anche molto famosi come Margaret Atwood, Ethan Hawke e Sally Rooney.

A lungo interrogato sulle motivazioni, sembra che l'unico movente sia stato il piacere di leggere in anteprima il frutto dell'ingegno di autori famosi e di l'idea di raccogliere materiale per scrivere, un giorno, il suo libro perfetto. 

«Non ho mai voluto e non ho mai fatto trapelare questi manoscritti - avrebbe scritto lo stesso Bernardini in una lettera inviata al giudice Colleen McMahon del tribunale distrettuale federale di Manhattan, riportata sempre dal NYT - volevo tenerli stretti al mio petto ed essere uno dei pochi ad amarli prima di chiunque altro, prima che finissero nelle librerie. Ci sono stati momenti in cui ho letto i manoscritti e ho sentito un legame speciale e unico con l'autore, quasi come se fossi l'editore di quel libro».


 

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Il Messaggero