Amelia, l'appello di Rossi cade nel vuoto a sinistra Il Pd: «Nessun passo indietro»

Piero Bernardini, candidato sindaco per il Pd
Fare, tutti, un passo indietro, in favore di una candidatura super partes. Questo il nuovo appello lanciato giovedì da Rete Resistente Amelia alla coalizione del...

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Fare, tutti, un passo indietro, in favore di una candidatura super partes. Questo il nuovo appello lanciato giovedì da Rete Resistente Amelia alla coalizione del centrosinistra a cui però Piero Bernardini, candidato sindaco per il Pd, ha già risposto picche. Una richiesta, quella di Luciano Rossi candidato a sua volta per Rete Resistente, emersa alla luce delle polemiche che stanno avvelenando l'individuazione della persona che tenterà di strappare Palazzo Matteotti, ora guidato da Centrodestra di Laura Pernazza, e che rischiano di affondare qualsiasi tentativo di «riprendere il Comune». Nonostante un tavolo politico iniziato mesi fa, anziché arrivare ad una proposta unitaria, si è assistito alla nascita di ben tre candidature.


Piero Bernardini, segretario del Pd Amelia ad oggi appoggiato da Azione, Italia Viva, Centristi per l'Europa e dalle liste civiche Amelia 2030 e Civica per Amelia, Luciano Rossi, candidato per il gruppo civico Rete Resistente Amelia e Marco Rubini, altro candidato civico appoggiato da Europa Verde. Troppe, numeri alla mano, per tentare seriamente la corsa per la vittoria e spodestare dallo scranno più alto di Palazzo Matteotti la sindaca, che è ricandidata. Neppure un segnale dal mondo dei Cinque Stelle.

«L'irresponsabilita politica della dirigenza del Pd amerino - scrive Rete Resistente in un comunicato - è un qualcosa di mai registrato in precedenza. La segreteria del Pd ha manifestato tutta la sua incapacitaa condurre un tavolo programmatico con le forze politiche che si erano incontrate da febbraio costrette a registrare fin dall'inizio l'ostinazione del Pd a voler accampare diritti sulla candidatura. Cio ha comportato una progressiva e inarrestabile frantumazione del tavolo stesso». Uno sfaldamento iniziato con l'uscita di Rifondazione, Rete Resistente, Sinistra Italiana e M5S, e culminato con la formazione di nuove sub-alleanze che rischiano, se non si troverà una soluzione prima delle urne, di disperdere il patrimonio di voti su cui una coalizione di ampio respiro potrebbe invece contare.
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Il Messaggero