Amelia, cinema e periferie. Le lotte e il destino dei "reietti" della metropoli.

Amelia, cinema e periferie. Le lotte e il destino dei "reietti" della metropoli.
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AMELIA - "Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio" (cit. L'odio, 1995). In occasione dell’anniversario dei 25 anni de L’odio, il film che ha raccontato senza filtri la vita nelle banlieue, dal 9 all'11 ottobre 2020 l’associazione Oltre il Visibile propone la rassegna cinematografica dal titolo "A un passo dalla vita".

Un'esplorazione sul tema “urbanistico” delle periferie nel cinema, con film che rispecchiano i contrasti nei quartieri più a rischio di vari Paesi, in particolare Francia, America e Brasile.
Opere esemplari in cui si mostrano tutte le caratteristiche di una società controversa, in cui l’utopia dell’uguaglianza viene massacrata dalle differenze sociali di classe, etnia, religione e cultura.
L’Odio, con tutti gli altri film ad esso collegati per questa occasione, consegna alla storia del cinema l’istantanea di una collettività allo sbando, che sta precipitando senza reti di protezione.


Programma: 
venerdì 9 ottobre – ore 21.00 con la visione di City of God, un film del 2002 diretto da Fernando Meirelles e Kátia Lund.
Presentata fuori concorso alla 55ª edizione del Festival di Cannes, la pellicola viene anche nominata a 4 premi Oscar e ad un Golden Globe come miglior film straniero.
Il lungometraggio, interpretato da attori alle prime armi, racconta parte della vita (infanzia e adolescenza) di Buscapé: nato e cresciuto all’interno della Cidade De Deus, favela situata nella zona ovest di Rio de Janeiro, in un arco temporale che copre gli anni 60 e 70.

Sabato 10 ottobre – ore 21.00 l’evento clou: proiezione de L’odio, un film del 1995 scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, vincitore del Premio per la miglior regia al Festival di Cannes.
L’Odio, sia per la sua capacità di ispirare una certa tipologia di cinema politico ma anche per aver profetizzato le violente rivolte sociali nelle banlieue francesi, rappresenta un punto di non ritorno che sembra non aver mai smesso di raccontare le realtà sociali della contemporaneità attraverso un’esperienza cinematografica ancora oggi innovativa per messa in scena, elementi narrativi e riflessioni sociologiche.
Interpretato da Hubert Koundé, Saïd Taghmaoui e Vincent Cassel, il film racconta diciannove ore nella vita di tre giovani adulti che abitano in una multietnica e degradata periferia parigina.
A seguire un intervento di Giorgio Gosetti, critico cinematografico, saggista, e giornalista dell'Ansa.

Domenica 11 ottobre – ore 18.30 con la visione de Banksy Does New York, un film di Chris Moukarbel. il documentario sulla residenza dello street artist.
Banksy “occupa” New York. Comunica al popolo del web di risiedere per un mese in città e lancia una vera e propria caccia al tesoro. Ogni giorno lascerà un segno, ogni giorno un’opera d’arte da scovare.
Il regista Chris Moukarbel raccoglie e filma le straordinarie e divertenti reazioni dei newyorkesi.
Banksy Does New York analizza così le reazioni del pubblico e segue il percorso dei lavori creati segretamente dallo street artist fornendo uno stimolo di riflessione sullo stato dell’arte attuale.
Banksy, artista di strada, con le sue opere e i suoi stencil ha “tappezzato” i muri di tutto il mondo, rivoluzionando l’approccio all’arte pubblica.
 

Per approfondimenti:
https://www.oltreilvisibile.it/2020/10/08/a-un-passo-dalla-vita/
 

 
 
 
 
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Il Messaggero