Amelia, lettere per non dimenticare Barbara Corvi. La firma è della consigliera Sara Pasquino

Continua l'iniziativa dell'Osservatorio regionale sulle infiltrazioni e lìillegalità

Amelia, lettere per non dimenticare Barbara Corvi. La firma è della consigliera Sara Pasquino
AMELIA  Va avanti il progetto "Lettere per Barbara Corvi". Un'iniziativa nata all'interno dell’osservatorio regionale sulle Infiltrazioni e...

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AMELIA  Va avanti il progetto "Lettere per Barbara Corvi". Un'iniziativa nata all'interno dell’osservatorio regionale sulle Infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria nell'ambito dell'azione di supporto alla famiglia e della  volontà di mantenere viva la memoria sulla vicenda della mamma amerina scomparsa nel nulla il 27 ottobre 2009. 

Un progetto nato il 27 giugno 2022, che prevede la pubblicazione mensile di una lettera, scritta da persone appartenenti alla società civile, impegnate nella ricerca della verità e nel costruire memoria e pubblicata sulle testate giornalistiche umbre e calabresi.

In tal senso, l’obiettivo generale della proposta è rendere la memoria di Barbara Corvi una prassi condivisa coinvolgendo persone e associazioni nel territorio umbro e non solo. 

Per il mese di settembre, la lettera è stata scritta da Sara Pasquino, avvocata, consigliera centro pari opportunità Umbria. 

Ecco il testo:

 

Cara Barbara,

finalmente ci conosciamo!

O meglio, io ti conosco da tanto tempo, ma tu no. Ti starai già chiedendo perché mai una sconosciuta ti scrive, ebbene, lo faccio per raccontarti quanto la tua storia abbia concretamente aiutato e continui ancora oggi ad aiutare tante altre donne che, come te, hanno provato dolore e vergogna, sconforto e terrore, tra delusioni e aspettative di vita disattese da chi diceva di amarle.

Eh sì, la tua storia è con me ogni volta che faccio una consulenza con una donna che subisce violenza, ogni volta che entro in una classe e parlo di uguaglianza (parola che perde significato ogni giorno che passa), di ruoli imposti dal genere, di patriarcato e sorellanza.

É con me ogni volta che parlo di onore e dignità, di piccoli paesi di provincia dove i panni sporchi si lavano in famiglia, dove le donne diventano cose di proprietà.

É con me ogni volta che incontro un bambino con lo sguardo lontano, che non ha più punti di riferimento ed è alla ricerca di chi forse non tornerà più o per le meno non tornerà più come prima.

É con me ogni volta che incontro le sorelle di quelle donne, logorate dal “cosa avrei potuto fare” o i genitori, spesso anziani e stanchi, che rimpiangono di non aver detto no quando potevano.

Quest'estate ci ha lasciate fisicamente una donna a me tanto cara, anche con lei non ci siamo mai conosciute di persona, ma ha fatto parte della mia vita e continua a farlo. Mi ha insegnato tanto, non solo su come stare al mondo, ma anche sulla morte e mi ha permesso di capire che le persone non muoiono mai se restano tra noi, negli scritti, nei racconti, nelle poesie e anche nel tempo meteorologico.

Ecco perché abbiamo deciso di scrivere per te e insieme a te, il protocollo “Libere di Essere”, per dare una possibilità concreta a chi intende cambiare la propria vita quando è stata interrotta per colpa di uomo violento, lo abbiamo scritto insieme, parola per parola.

E per te e insieme a te che scenderemo in piazza e ricorderemo a tutte e tutti che solo insieme possiamo costruire un mondo migliore, libero da violenze, dinamiche di potere e controllo, nel quale valorizzare le differenze come preziose ricchezze.

Mi hai insegnato tanto Barbara, che la violenza non viaggia mai da sola, ma che è proprio la solitudine a renderla più forte, che dobbiamo superare la paura di non essere credute perché la nostra storia è quella delle altre, già scritta e raccontata. Ti ho sempre sentita vicina Barbara, per me non sei mai scomparsa, sei nelle cose che facciamo, diciamo e scriviamo, sei nelle storie delle altre donne.

Spero, però, che tu sappia che vicino a te non ci sono solo io, ma siamo così tante da esser diventate marea.

Sara Pasquino

Avvocata, Consigliera Centro Pari Opportunità Umbria

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Il Messaggero