Amelia, addio Fata Turchina. La città saluta la "sua" Lollo

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Addio Fata turchina. Il giorno dell’ultimo saluto a Gina...

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Addio Fata turchina. Il giorno dell’ultimo saluto a Gina Lollobrigida, per Amelia è un viaggio nei ricordi. Di quando, nel 1972 il Teatro Sociale fu un set delle riprese della miniserie "Le avventure di Pinocchio" per la regia di Luigi Comencini. Di quando un'indimenticabile Lollo e il burattino Pinocchio (Andrea Balestri) fecero entrare nella storia del cinema la città delle mura ciclopiche. «A metà maggio dello stesso anno (1972 ndr) - ricordano Mara Quadraccia e Nino Rinaldi nel libro "Amelia, perla del cinema" - iniziano le riprese al Teatro Sociale di Amelia con le prime scene della Fata turchina. Nei momenti di pausa, l'attrice esce sulla piazza con indosso la parrucca turchina e il costume di scena e si ripara dal sole con un ombrello per non sciupare la pelle e il trucco». Fra le curiosità e gli aneddoti trapelati dal set, anche uno dei segreti di bellezza della Lollo. «Fra i segreti di un volto sempre uguale a se stesso - continua il libro - vi è la capacità dell'attrice di sapersi truccare da sola. Ha sperimentato in tanti anni di professione piccoli accorgimenti come le doppie ciglia finte che le rendono gli occhi particolarmente grandi e profondi». Ad Amelia Comencini gira una parte della sesta puntata. Quella in cui Pinocchio, novello somaro, si esibisce al circo. Cinque o sei giorni in tutto, non molti, ma abbastanza perchè il ricordo in chi partecipò alla produzione come comparsa o si avvicinò come semplice curioso, sia rimasto indelebile. «La platea del teatro - continuano Quadraccia e Rinaldi - viene trasformata nella pista di un circo per girare una parte della sesta puntata. Pinocchio, tramutato in somaro, viene acquistato dal direttore di un circo equestre che lo fa saltare e ballare in uno spettacolo ma, una sera, Pinocchio riconosce tra il pubblico la Fata Turchina, che è molto addolorata di vederlo così ridotto. Sorpreso per l'incontro, Pinocchio cade dalla gradinata e si rompe una zampa». Un amore, quello fra Amelia e il cinema, scoppiato già nel lontano 1947 quando la città divenne il set del film "Il Passatore", per la regia di Duilio Coletti con Alberto Sordi e Rossano Brazzi. Da allora, fra i suoi vicoli e palazzi si sono avvicendate decine di produzioni. Da "Ninì tirabusciò, la donna che inventò la mossa" (1970) con una straripante Monica Vitti che in pochi giorni fece innamorare una città intera, a "Basta Guardarla" (1970), per la regia di Luciano Salce con Mariangela Melato, a Il marchese del Grillo (1981), e ancora "In arte Nino" del 2016 solo per citarne alcune. La più recente, "Grazie ragazzi" (2022) per la regia di Riccardo Milani con Antonio Albanese, uscito in sala il 12 gennaio.

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Il Messaggero