Terni, parte la Digital Week: «Alla guida delle città con il cruscotto dei dati»

Terni, parte la Digital Week: «Alla guida delle città con il cruscotto dei dati»
Terni per il terzo anno consecutivo ospita Digital week, le giornate dedicate all'innovazione digitale. Un appuntamento che si svolge sia oggi,7 ottobre, dalle 14.45 alla sede...

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Terni per il terzo anno consecutivo ospita Digital week, le giornate dedicate all'innovazione digitale. Un appuntamento che si svolge sia oggi,7 ottobre, dalle 14.45 alla sede della Fondazione Carit (interventi di Luigi Carlini, Presidente Fondazione Carit, Riccardo Morelli, Presidente della Sezione di Terni di Confindustria Umbria, Paolo Ghezzi, Direttore Generale InfoCamere, Paolo Gubitta, Direttore Scientifico Osservatorio Professioni Digitali, Alessandro Sperduti, Professore di Intelligenza Artificiale, Università di Padova, Gianni Potti, Presidente Fondazione Comunica e Founder Digitalmeet) e proseguirà dal 13 al 17 ottobre a Palazzo Spada, in alcune scuole e alla Bct.


Gianni Potti, si sente parlare di Smart city, città intelligente, da più di un decennio ma nella pratica si vede ben poco.
Se lei fosse il sindaco di una città media come Terni da dove comincerebbe?
«Da un progetto e da una visione. Si può mettere il qr code ai cassonetti o coordinare il semafori ma questi sono solo interventi sporadici che non cambiano una città. Quello che serve, invece, è un progetto dove il sistema del traffico, i parchi, la sicurezza, la raccolta dei rifiuti, il trasporto pubblico, sono tutti integrati tra loro. I dati vengono incrociati, messi insieme: si ricavano informazioni che vanno a costruire una strategia per la città. Immaginiamo il cruscotto di un'auto, che, quando si accede, ci dà tutte le informazioni sul nostro veicolo. Noi possiamo fornire questo cruscotto, questa dashboard che poi l'amministratore usa per la gestione della città».
E' un modello che si potrebbe applicare anche ai piccoli borghi dell'Umbria? Sostituire il marchio I borghi del silenzio con i borghi smart per non far spopolare questi territori ricchi di storia e di cultura?
«Certamente è possibile e auspicabile. In quel caso noi parliamo di smart land, cioè non solo di città ma anche dei territori. Servono però due cose fondamentali: la banda ultra larga e un data center. E questo percorso è fondamentale per la salvaguardia di questi luoghi soprattutto ora che ci sono studi che indicano come la concentrazione della popolazioni e della conoscenza si concentrerà in trecento città nel mondo. Per le smart land c'è anche un'altra parola chiave che è condivisione. Bisogna mettere in rete i servizi (anagrafe, scuola, sanità, etc) e condividerli. Il passo successivo è la gestione delle politiche turistiche e culturali, ma questo non è il mio mestiere, è il ruolo che spetta agli amministratori».
Terni è anche un importante distretto industriale.

«Certamente anche in questo settore ci sono grandi possibilità di impiego dei dati e sarebbe anche l'occasione per riconvertire alcuni pezzi di economia che fra cinque anni rischiano di essere obsoleti».

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Il Messaggero