Perugia, Alex morto a 17 anni dopo le chemio: pm chiede la seconda archiviazione

La famiglia del ragazzo pronta a opporsi

Alex Mazzoni
Per la seconda volta la Procura di Perugia chiede di archiviare il fascicolo d'indagine sulla morte del 17enne Alex Mazzoni deceduto l’11 marzo 2020 all’ospedale...

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Per la seconda volta la Procura di Perugia chiede di archiviare il fascicolo d'indagine sulla morte del 17enne Alex Mazzoni deceduto l’11 marzo 2020 all’ospedale Santa Maria della Misericordia dopo alcuni cicli di chemioterapia. Otto medici del nosocomio sono indagati con l'accusa di omicidio colposo. Il fascicolo era stato riaperto su sollecitazione della famiglia. Ora la decisione spetta al gip Elisabetta Massini dinanzi alla quale sono stati sentiti qualche settimana fa in incidente probatorio il medico legale Beatrice Defraia, l’ematologo Alberto Bosi e il chirurgo Paolo Fabbrucci che, nei fatti, con la loro perizia hanno scagionato i medici. La famiglia, assistita dall'avvocato Francesco Paolieri, con ogni probabilità proverà ad opporsi alla richiesta della Procura. «La condotta dei sanitari ematologi che ebbero in cura il giovane Alex Mazzoni risulta esente da criticità sia nel corso dell’iter diagnostico che terapeutico della patologia di base che delle complicanze – hanno scritto i medici nella perizia depositata -. Non si ravvisano profili di imperizia, imprudenza o negligenza nel corso del travagliato percorso clinico del paziente, affetto da patologia tumorale maligna con fattori prognostici negativi e portatore anche di malformazione congenita vascolare intestinale pre-esistente e misconosciute sino all’episodio terminale». Secondo i medici «non è possibile stabilire con certezza se la causa dell’emorragia letale del giovane Mazzoni siano state le ulcere chemioindotte, l’angiodisplasia o entrambe. Non è comunque possibile asserire, sulla base delle evidenze scientifiche analizzate, che i sanitari dovessero adottare delle strategie terapeutiche diverse rispetto a quelle messe in atto e che quindi un dilazionamento della chemioterapia, ovvero una diversa strategia terapeutica, avrebbe con certezza evitato il decesso di Alex». 
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Il Messaggero