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Colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena. Cinque pasti, tutti da gestire nel modo migliore possibile. Così mangiano i calciatori della Ternana. Il cibo è un aspetto fondamentale. Non c'è solo il campo, l'allenamento e, naturalmente, il talento, la velocità e la potenza da mettere in campo. Un calciatore, per rendere bene, deve anche mangiare bene. E' uno degli aspetti ai quali la Ternana fa più attenzione. Se ne occupa lo staff medico. «Ma in casi specifici da affrontare – dice la dottoressa Alessandra Favoriti – come patologie metaboliche di base, periodo di particolare stanchezza, o difficoltà a prendere massa muscolare; cerchiamo l'apporto di consulenti nutrizionisti. In ogni modo, ultimamente, i calciatori hanno una spiccata cultura della giusta alimentazione». Proprio Alessandra Favoriti dell'equipe medica rossoverde, ex pallavolista e oggi membro anche dello staff sanitario della nazionale femminile di pallavolo che continua a inanellare trionfi, ci parla di cosa mangia un calciatore, con una dieta che prevede in sostanza colazioni con thè caldo o spremute di frutta, yogurt con miele, marmellate e dolci fatti in casa; pranzo con pasta al pomodoro e quota proteica fatta di carni leggere; frutta fresca in tutti i pasti e reintegro di carboidrati a cena. «La dieta - spiega la dottoressa – deve essere il più possibile varia. Il modello è essenzialmente la dieta mediterranea. Poi si guarda alla qualità del prodotto, alla cottura dei cibi e al condimento essenzialmente a crudo». Importante anche l'orario dei pasti. In molti casi varia con gli impegni. «Il pasto principale va gestito almeno due ore e mezza prima della partita, o dell'allenamento. Fondamentale, poi, il reintegro dopo l'attività. Per questo, noi abbiamo sempre della frutta fresca. Importante anche l'integrazione, prima, durante e dopo». Alessandra Favoriti è tornata proprio in questi giorni a pieno regime nello staff medico coordinato dal professor Michele Martella. I festeggiamenti di Ankara con l'Italvolley femminile che ha vinto la Nations League sono ancora nel cuore. «L'anno scorso l'Europeo, quest'anno la Nations, l'anno prossimo speriamo di qualcosa di importante nel Mondiale. E' il risultato di un mix tra il lavoro fatto con lo staff e il valore delle nostre ragazze». Conciliare il ruolo di dottoressa tra le azzurre di volley e i rossoverdi del calcio, può non sembrare semplicissimo. «Ma lo faccio volentieri, sebbene con tanti sacrifici. La passione per il mio lavoro mi porta a questo. Le due esperienze mi arricchiscono. L'una mi aiuta con l'altra e viceversa. Nella pallavolo le problematiche fisiche da seguire sono quelle da sovraccarico, nel calcio sono più frequenti le lesioni muscolari. Però alcuni rischi, ad esempio la lesione del legamento crociato, sono gli stessi».
Il Messaggero