Alcantara: «Test rapidi per i dipendenti e pronti per le mascherine ma l'autorizzazione è ferma»

Alcantara: «Test rapidi per i dipendenti e pronti per le mascherine ma l'autorizzazione è ferma»
NARNI E' la più grande azienda chimica dell'Umbria, specializzata nella produzione del tessuto che le dà il nome, l'Alcantara, appunto, e l'ad Andrea...

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NARNI E' la più grande azienda chimica dell'Umbria, specializzata nella produzione del tessuto che le dà il nome, l'Alcantara, appunto, e l'ad Andrea Boragno, dopo 18 giorni di chiusura vuole che la produzione riparta senza più interruzioni. Per questo sottolinea due cose: la chiusura è stata fatta per mettere l'azienda in condizioni di sicurezza in modo che i dipendenti possano lavorare senza rischiare la salute. Ora si riparte perchè non si può pensare di stare sempre chiusi in casa. Il virus è un problema con cui si dovrà convivere a lungo, quindi la soluzione è trovare buone prassi grazie alle quali poter continuare a lavorare.

E se la salute viene prima di tutto, l'azienda ha messo in prima fila la necessità di fare dei test ai dipendenti. Test rapidi, che, in caso di positività vanno poi validati da un ulteriore esame, quello del tampone ma che comunque possono già dare indicazioni soprattutto per trovare quelle persone che sono positive ma asintomatiche e che quindi possono contagiare gli latri senza saperlo.
Il secondo punto su cui l'azienda vuole lavorare è il fronte delle mascherine. Ne ha già pronti due modelli fatti in tessuto non tessuto che sono in attesa della certificazione necessaria. Una follia, anche perchè l'azienda, per come è strutturata, potrebbe veramente produrne molte e soddisfare il fabbisogno di tanta parte dell'Umbria. Alcantara ha predisposto uno spazio ad hoc per la produzione che, al momento, resta al palo. «Se e quando sarà possibile produrle - spiega l'azienda - sarà un altro validissimo motivo per riprendere subito a lavorare in questa nuova produzione a pieno regime».Per il resto l'azienda ha messo in atto una serie di prassi con cui si cerca di far lavorare i dipendenti in sicurezza, così come già ha fatto Ast nei giorni scorsi. All'ingresso ai lavoratori vengono dati mascherina e occhiali e con il termoscanner viene misurata la febbre. Le macchine con cui lavorano gli operai sono coperte da una pellicola che viene cambiata ad ogni turno, i tavoli della mensa sono protetti da divisori e negli spazi comuni viene indicato il numero massimo di persone che possono starci contemporaneamente.

«Misure di contenimento e di distanziamento sociale, come appare evidente, andranno avanti ben oltre il mese di aprile» spiega Boragno. «La gestione emergenziale - aggiunge - non sappiamo quanto potrà durare, ma non può prevedere il fermo totale tout court' per il medio e lungo periodo». Per Boragno «oltre al diritto alla salute di tutti i cittadini e lavoratori, bisogna comprendere che misure e protocolli di sicurezza, ad oggi condivisi con le rappresentanze sindacali e con Confindustria, ci accompagneranno molto a lungo». «Alcantara - conclude - sta progettando soluzioni e protocolli aggiuntivi rispetto a quanto richiesto dalla legge». Dunque, i test rapidi, appunto, la cui attuazione si sta mettendo a punto con la Regione, dopo che ieri è stato trovato un accordo con le Rsu.. Questi controlli, che verrebbero attuati a cura dell'azienda, si sommerebbero all'obbligo di utilizzo mascherina, guanti e occhiali e a tutte le altre prassi relative alle procedure di sicurezza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero