Al Giò una cena di solidarietà per l'AISM con due grandi chef

Lo chef Giuseppe Pantaleo
PERUGIA - Serata all'insegna della solidarietà questo venerdì al Hotel Giò di Perugia, con una cena speciale promossa dalla sezione provinciale...

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PERUGIA - Serata all'insegna della solidarietà questo venerdì al Hotel Giò di Perugia, con una cena speciale promossa dalla sezione provinciale dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (inizio alle 20.00): «L'iniziativa nasce per sensibilizzare le persone verso coloro che si vedono costretti ad affrontare particolari condizioni - spiega Alfonso Tardocchi, consigliere provinciale di AISM - e in questo caso specifico la presenza di uno degli Chef della brigata del ristorante enoteca Giò, Giuseppe Pantaleo, che è anche membro della nostra associazione, aggiunge un particolare significato all'evento. Infatti è stato lui il primo promotore della serata e si è detto orgoglioso di poter cucinare a quattro mani con lo Chef Alberto Cardinali, per dimostrare a tutti che la malattia non può fermare né definire una persona». La serata di beneficenza è aperta a tutta la cittadinanza e con la quota di partecipazione (25 Euro che in parte sarà devoluto alla AISM provinciale di Perugia) si potranno sostenere progetti di sensibilizzazione e supporto.


L'evento, dal titolo "Quattro mani un solo cuore", prevede una cena studiata appositamente per l'occasione: flan di formaggi su baccelli di fave e velo croccante, risotto carnaroli con asparagi e pecorino, collo di maialino cotto a bassa temperatura, pesto di patate al rosmarino, caponata di ortaggi in agrodolce, semifreddo al pistacchio e cioccolato fondente. «Sono entusiasta al pensiero di poter offrire gli spazi del Ristorante per questo evento - ha dichiarato Salvatore De Iaco, F&B Manager di Hotel Giò - un'occasione d'incontro e un importante momento di riflessione. C'è chi si trova d'improvviso a vivere una condizione difficile, ma anche nell'ambiente di lavoro può riuscire a trovare la spinta necessaria per affrontare e superare le difficoltà di tutti i giorni, continuando ad essere parte attiva della società». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero