«Aiuto, mi vuole violentare»: Perugia, ventenne salvata da un portiere

«Aiuto, mi vuole violentare»: Perugia, ventenne salvata da un portiere
PERUGIA - I suoi passi sull'asfalto battono più veloci del suo cuore. Perché non lo sente più, il cuore. Sono le tempie a fibrillare al ritmo del suo...

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PERUGIA - I suoi passi sull'asfalto battono più veloci del suo cuore. Perché non lo sente più, il cuore. Sono le tempie a fibrillare al ritmo del suo fiatone. Corre sentendo solo la paura, che le infiamma la gola e non la fa neanche urlare. Sa che deve correre fino alla luce, fino a quell'oasi che le sembra tanto lontana. E sa che deve arrivarci prima che quell'ombra che le ansima dietro riesca a braccarla.

A quella luce ci arriva e le torna la voce, che è un urlo che le esplode da tutte le fibre del corpo: «Aiuto, mi vuole violentare». È entrata così, terrorizzata e urlante, sbattendo contro la porta del gabbiotto del servizio di portierato di via del Macello. Correva da via Settevalli, per cercare di sfuggire al suo aggressore, racconterà. Perché è questo l'incubo che ha vissuto nella notte tra sabato e domenica una giovane ragazza italiana che a mezzanotte si trovava a piedi nella parte alta di via Settevalli. Sicuramente non l'orario più indicato per girare da sola in quella parte di città, ma senza dubbio non un motivo per essere aggredita. Da un uomo, pare di origini straniere secondo la sua prima descrizione, che l'ha avvicinata e ha mostrato subito di volerle saltare addosso.

Ma lei è riuscita a divincolarsi e ha iniziato a correre. Con l'unica idea di arrivare da qualcuno, di raggiungere una luce in mezzo alla pece scura del terrore che aveva intorno. E quella luce l'ha vista all'improvviso in mezzo ai palazzi di via del Macello. Ha capito che poteva essere quella la sua salvezza e per raggiungerla ha corso fino a sgolarsi.
Ha corso a perdifiato senza neanche guardarsi intorno, tanto da non notare neanche i passanti che invece l'hanno vista in preda al panico. Almeno finché non è arrivata tra le braccia dell'operatore della One che ha fatto dissolvere quell'ombra alle sue spalle. L'ha calmata fino all'arrivo della polizia, intervenuta con una squadra volante. Con gli agenti pronti a cercare il suo aggressore in base alla descrizione fornita tra un sussulto e un singhiozzo. Perché se l'è vista davvero brutta la fortunata protagonista di una domenica notte di quelle che non merita nessuno. Neanche se sottovaluti l'eventuale pericolo di una passeggiata notturna.

Il suo aggressore si è dileguato appena lei ha raggiunto il gabbiotto e la salvezza, ma non è detto che se la cavi se la ragazza riuscirà a dare un volto al suo incubo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero