«Aiuta i bimbi italiani non quelli stranieri» Minacciato il presidente di "Aiutiamoli a vivere" Fabirizio Pacifici

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TERNI «L'unica cosa certa è che non ci faremo intimorire dalle minacce. Convinti che per noi i bambini, della nostra città e di ogni parte del mondo, sono...

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TERNI «L'unica cosa certa è che non ci faremo intimorire dalle minacce. Convinti che per noi i bambini, della nostra città e di ogni parte del mondo, sono tutti uguali e vengono prima di tutto. Lo facciamo da trent'anni, non abbiamo mai smesso di aiutarli e continueremo a farlo» Fabrizio Pacifici, presidente dell'associazione Aiutiamoli a vivere, ha appena lasciato la caserma dei carabinieri di Collescipoli. E' stato costretto a presentare una denuncia contro ignoti per una lettera che gli è stata recapitata nella sede nazionale della fondazione, a Cospea, alle 13 e 30. Nella busta gialla con mittente che non esiste, un cartoncino con scritte minacciose:


LA SCRITTA
«Vergognati. I bambini nostri devi aiutare. Ti metteremo sul giornale». Anche il retro del cartoncino è eloquente: «Andiamo all'ospedale a fare i pagliacci!!!». La frase, che si riferisce all'attività che i volontari svolgono da decenni in ospedale per sostenere le donne colpite da tumore, è seguita da quattro croci e la firma è fatta utilizzando la lettera D. Fabrizio Pacifici, in passato bersaglio di atti contro la sua auto per l'aiuto che all'epoca dava agli albanesi presenti in città, dopo aver ritirato la lettera si è recato alla stazione carabinieri di Collescipoli. Una denuncia in cui il presidente dell'ong con sede a Terni sottolinea di temere per la propria famiglia. «Ritengo che questa missiva possa essere riferita alla mia attività di cooperazione internazionale che mi vede protagonista, dal lontano 1992, dell'accoglienza e dell'aiuto verso i bambini bielorussi e ucraini - scrive nella denuncia raccolta dai militari dell'arma. Esprimo la mia preoccupazione non per la mia persona, ma per la mia famiglia e i miei nipoti che vivono a Terni». Agli investigatori il compito di accertare chi si cela dietro alla lettera di minacce fatta recapitare ieri. «Non è una novità - dice Pacifici. Era già successo anni fa proprio sotto la nostra abitazione. Qualcuno lasciò sul tergicristallo della mia auto un biglietto che inneggiava all'ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che aveva cacciato gli albanesi. Le quattro ruote dell'auto quella volta furono bucate con i chiodi perché in quel periodo, da assessore alle politiche sociali, ero intento ad occuparmi dei bambini e delle loro famiglie, profughi a Terni per la guerra in Albania. Sono passati più di vent'anni ma certi episodi purtroppo continuano ad accadere».
LA SOLIDARIETÀ
Pacifici, oggi come allora, non ha alcun sentore sul possibile autore della lettera di minacce che lo accusa di aiutare i bambini di altri paesi e non quelli ternani: «Siamo nati trent'anni fa per sostenere i bambini colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl. Da allora non abbiamo mai smesso, nessuno è stato escluso. Non abbiamo mai pensato di non aiutare chi bussava alla nostra porta. E continueremo a farlo».
LA STORIA

Le attività della Fondazione Aiutiamoli a vivere e il coinvolgimento delle famiglie italiane disponibili ad accogliere un bambino bielorusso per una vacanza terapeutica facilitarono la diffusione dell'accoglienza su tutto il territorio nazionale. Dopo la guerra in Ucraina, i volontari sono impegnati negli aiuti alle popolazioni rimaste lì e accolgono tanti profughi con le loro mamme in fuga dal conflitto. Con un occhio sempre attento ai ternani che hanno bisogno di aiuto.
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Il Messaggero