Perugia: sta per morire in piscina, salvato dagli angeli in costume

Perugia: sta per morire in piscina, salvato dagli angeli in costume
PERUGIA - Di solito gli angeli sono rappresentati vestiti di bianco e con le ali. Stavolta sono in costume da bagno. E mai come in questo caso l’outfit è nullo...

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PERUGIA - Di solito gli angeli sono rappresentati vestiti di bianco e con le ali. Stavolta sono in costume da bagno. E mai come in questo caso l’outfit è nullo rispetto al valore di quanto fatto. Anche perché stare in costume a bordo piscina e sorvegliare che tutto vada bene è il loro lavoro. Loro sono i bagnini in servizio alla piscina di Lacugnana che in un’assolata e afosa mattina di inizio agosto hanno impedito che il cuore di un uomo smettesse di battere. È successo martedì mattina, intorno alle 9.30 quando gli Assistenti Bagnanti in servizio alla piscina di Lacugnana hanno soccorso e salvato al vita di un uomo di 67 anni, colto da malore improvviso mentre nuotava.

L’occhio e l’attenzione dei “ligeguard” della storica struttura perugina hanno permesso di capire immediatamente la gravità della situazione e agire con grande velocità. Un’azione che si è rivelata efficace grazie non solo all’attenzione ma anche al sapere agire e cosa fare al presentarsi di situazioni di questo tipo di situazioni. «I bagnini Daniele, Donatella e Giulia tutti brevettati con corso Blsd - fanno sapere dalla piscina - hanno soccorso e messo in sicurezza l’uomo e immediatamente avviato le procedure con defibrillatore. Mentre Daniela soccorreva l’uomo le altre colleghe si attivavano per chiamare immediatamente i soccorsi che, poco dopo, arrivavano e procedevano a trasportare l’uomo al pronto soccorso». Ora l’uomo si trova ancora in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

È ricoverato all’ospedale Santa Maria della misericordia ma se gli ultimi istanti della sua vita non si sono svolti alla piscina di Lacugnana lo deve soprattutto al colpo d’occhio e alla velocità d’esecuzione dei tre angeli in costume che hanno impedito che il suo cuore smettesse di battere prima dell’arrivo dell’ambulanza. «Altra vita salvata grazie al defibrillatore e soprattutto alla formazione del personale addetto al salvamento» .

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Il Messaggero